“Racconti Fotografici” Numero 105: intervista a Simone Petrelli

Bentornati a “Racconti Fotografici” eccoci alla 105° edizione , oggi intervistiamo il fotografo Simone Petrelli, buona lettura.

 

Ti puoi presentare per gli amici che ancora non ti conoscono ?

Un saluto a tutti, sono Simone Petrelli, 39 anni, di giorno gestisco la mia impresa edile, nel tempo libero fotografo. L’hobby per la fotografia è nato scattando alle colline intorno a Carassai (AP), paese dove ho vissuto gran parte della mia vita, per poi diventare, col tempo, un vero e proprio amore.


Da piccolo cosa sognavi di fare?

Sognavo di fare esattamente quello che faccio. La fotografia è stata un po’ la sorpresa/imprevisto incontrata lungo il sentiero. Visto che non litigavamo, abbiamo deciso di proseguire il percorso insieme.

 
La prima foto che hai scattato?

 Una foto concettualmente bellissima. Ho scattato la luce. Poi mi hanno spiegato che era semplicemente sovra-sovra-sovra-esposta.


Quali sono i fotografi a cui ti ispiri e perchè ?

 I fotografi a cui mi ispiro sono quelli che “hanno qualcosa da dire” con la loro produzione. Potrei citare i grandi titani della fotografia o anche gli ultimi arrivati. Quando un immagine mi trasmette un emozione, una sensazione, quell’autore diventa fonte di ispirazione.


Cosa non è per te la fotografia ?

 Sicuramente non è la ricerca ossessiva della perfezione. Una maniacale correzione pixel-pixel del dettaglio. Le verità sono imperfette, le menzogne sono sempre abbellite e piene di dettagli, per cui viva l’imperfezione!!


Qual è la sfida di ogni scatto?

 Portare a casa lo scatto, sedersi dinanzi al pc e dirsi: “WOW”. In tutta sincerità, non ricordo ancora di aver mai detto “wow”.


Che cos’e` la curiosita`?

 E’ il motivo per cui metto a caricare le batterie della reflex! Battute a parte, la curiosità è alla base della fotografia. L’andare alla costante ricerca di questa o quell’inquadratura. Di quel luogo, di quella persona o di quell’idea che ti è balenata in mente. La curiosità non riposa mai. Se smettessi di essere curioso, venderei l’attrezzatura.


Chi o cosa ti piacerebbe fotografare ?

 Mi piacerebbe fotografare l’ironia, il sarcasmo.


Qual è il tuo prossimo progetto?

 Se ne inizio un altro senza finire quelli già avviati, impazzisco. Comunque un idea che da tempo accantono, un progetto sulla tridimensionalità.

 

Quali tappe hai attraversato per diventare il fotografo che sei oggi?

Domanda complessa. Errori, una serie di tappe fatte di errori che ancora conservo nell’hardisk con ossequia gelosia e che ogni tanto torno a sbirciare.

 

Che difficoltà hai incontrato lungo il tuo percorso?

 Il non riuscire a mettere su fotografia quello che con l’immaginazione vedevo.


Quali esperienze decisive hai avuto nell’ambito fotografico?

 Alcuni corsi, da quello base ad un paio di corsi più avanzati. Oltre a circondarsi di amici fotografi con cui confrontarsi di volta in volta criticandosi anche aspramente, ma con l’intento di migliorarsi, senza mai sentirsi offesi per una critica, mai gratuita.


Che cosa è necessario per poter cogliere l’attimo giusto?

 Culo! Ne serve parecchio. Spesso, o per meglio dire sempre, la foto è lì, è dinanzi a noi, dobbiamo solo deciderci a scattarla. Solo che non bastano gli occhi per vederla, serve per lo più anima e cuore. Quelli bravi osservano sempre con il cuore, io devo solo sperare che si decida a guardare al momento giusto.

 

Che rapporto cerchi di instaurare con le persone/soggetti che vuoi ritrarre?

 Cerco di instaurare un rapporto, si professionale, ma allo stesso tempo in un clima di battute e sarcasmo, che porta le persone a mettersi a loro agio. Quando sono completamente rilassate, si comincia a provare a fare qualcosa di buono.

 

Cosa ha influenzato il tuo stile?

 Non credo di avere uno stile. Faccio quello che mi va in quel momento. Inseguo l’idea come un cane che insegue le gomme di un auto che passa, lui non sa che farsene della gomma come io non so se l’idea sia giusta o meno, intanto la inseguo.

 


Quali sono i problemi che riscontri oggi nel fotografare ?

 Il tempo. Il tempo di progettare minuziosamente. Il tempo di viaggiare. Il tempo di persuadere le persone a farsi scattare una foto.

 


Ci racconti un tuo aneddoto particolare o simpatico?

 Ero agli inizi con la fotografia, ero sulla riva di un piccolo stagno e dentro vi era caduto un albero secco. Era un veliero stilizzato. Lo vedevo chiaramente. Scattai numerose foto, svariate prospettive, convinto di riuscire a riprodurlo. Ma niente, sul monitor vedevo sempre acqua salmastra e qualche ramo secco. All’ennesimo scatto fallito, feci un primo piano ad una nutria che usciva dall’acqua e fanculo il veliero!!!

 

Petrelli Simone

Via Montevarmine, 19

63063 Carassai (AP)

Mail: petrellisimone@tiscali.it

Tel: 3332911067

 

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