Itala della Parigi-Pechino – 1907

La Parigi Pechino fu un raid automobilistico che portò cinque equipaggi, a bordo di altrettante vetture europee, a tentare di raggiungere Parigi, Francia, partendo da Pechino, Cina, contando esclusivamente sulle forze delle automobili, lungo un itinerario di circa 16.000 chilometri.

La vittoria andò all’equipaggio italiano, composto dal principe Scipione Borghese e dal suo chauffeur Ettore Guizzardi, che guidavano un’Itala 35/45 HP, una potente e robusta vettura con motore a quattro cilindri e 45 CV di potenza. Insieme con loro vi era anche l’inviato speciale del Corriere della Sera, Luigi Barzini.

L’impresa fu epica e avventurosa, piena di difficoltà e pericoli, ma anche di momenti esotici e divertenti. Gli equipaggi dovettero affrontare deserti, montagne, fiumi, ponti crollati, strade impraticabili, animali selvatici, banditi e malattie. Dovettero anche arrangiarsi con i rifornimenti di carburante e acqua, le riparazioni meccaniche, le comunicazioni e le relazioni con le popolazioni locali.

L’equipaggio italiano si distinse per la superiorità tecnica ed organizzativa, grazie anche alla preparazione meticolosa del principe Borghese e alle sue intuizioni geniali. L’Itala arrivò a Parigi il 10 agosto 1907, dopo 60 giorni di viaggio e con un vantaggio di 20 giorni sul secondo classificato, la Spyker olandese.

La Itala parigi pechino fu una dimostrazione della capacità dell’uomo di superare le sfide più ardue con l’automobile e fu anche una grande occasione di promozione per l’industria automobilistica italiana e per la Itala in particolare.

Alcuni aneddoti dell’impresa:

  • A Pechino, l’equipaggio italiano si fece consegnare una lettera di raccomandazione dal ministro italiano, che recitava: “Il principe Borghese e il signor Barzini sono due gentiluomini italiani che si recano a Parigi in automobile. Si prega di aiutarli in ogni modo possibile”. Questa lettera si rivelò molto utile lungo il percorso, soprattutto quando gli italiani si trovarono di fronte a funzionari ostili o sospetti.
  • In Mongolia, l’equipaggio italiano incontrò un gruppo di nomadi che li accolse con grande ospitalità e curiosità. Gli italiani offrirono loro dei biscotti e del vino, ma i nomadi preferirono assaggiare la benzina dell’Itala, scambiandola per un liquore. Il risultato fu una serie di starnuti e risate da parte di tutti.
  • In Siberia, l’equipaggio italiano dovette affrontare il problema dei ponti crollati o inagibili. In un’occasione, il principe Borghese decise di attraversare un vecchio ponte in disuso, ma appena l’Itala vi si posò sopra, il ponte cedette e la vettura finì nel fiume sottostante. Per fortuna, l’Itala era così robusta che non subì danni irreparabili e riuscì a ripartire dopo essere stata estratta dall’acqua con l’aiuto dei contadini locali.
  • In Polonia, l’equipaggio italiano fu fermato da una pattuglia di soldati russi che li scambiarono per spie tedesche. Dopo averli interrogati e perquisiti, i soldati si accorsero del loro errore e li lasciarono andare con delle scuse. Il principe Borghese approfittò dell’occasione per chiedere loro una scorta fino al confine tedesco, per evitare ulteriori equivoci.
  • In Germania, l’equipaggio italiano fu accolto con grande entusiasmo dalla popolazione e dalla stampa. L’Itala fu addirittura invitata a partecipare a una gara automobilistica sul circuito di Berlino, dove si confrontò con le più moderne vetture tedesche. Nonostante i suoi 16.000 chilometri alle spalle, l’Itala si comportò egregiamente e arrivò seconda, dietro solo a una Mercedes.
  • In Francia, l’equipaggio italiano fu ricevuto con tutti gli onori dal presidente della Repubblica e dal sindaco di Parigi. L’Itala fu esposta al Grand Palais e poi al Museo delle Arti e Mestieri, dove è ancora oggi visibile. Il principe Borghese ricevette la Legion d’Onore e il signor Barzini divenne famoso come giornalista e scrittore.

La Parigi Pechino fu una delle più grandi avventure automobilistiche di tutti i tempi, che mise alla prova il coraggio, la determinazione e l’ingegno degli equipaggi partecipanti. Fu anche una dimostrazione della qualità e dell’affidabilità dell’industria automobilistica italiana, che seppe sfidare le potenze europee con una vettura eccezionale come l’Itala 35/45 HP. Il raid fu seguito con interesse e ammirazione da tutto il mondo e contribuì a diffondere la passione per l’automobile e per i viaggi. Ancora oggi, la Itala parigi pechino resta un esempio di audacia e di spirito pionieristico, che ispira nuove generazioni di avventurieri e di appassionati.

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