“Racconti Fotografici” Numero 121: intervista a Vincenzo Avallone

Bentornati a “Racconti Fotografici” eccoci alla 121° edizione , oggi intervistiamo il fotografo Vincenzo Avallone, buona lettura.

Ti puoi presentare per gli amici che ancora non ti conoscono?

Ciao a tutti, mi chiamo Vincenzo Avallone, sono un ragazzo di 27 anni e vivo in un paesino in provincia di Caserta. Oltre ad essere appassionato di fotografia mi piace Viaggiare e proprio per questo motivo a Dicembre 2015 ho iniziato ad intraprendere questa nuova strada.

Da piccolo cosa sognavi di fare?

Da piccolo sognavo di diventare un giocatore di pallavolo, ad oggi gioco in una piccola squadra a livello dilettantistico e son contento così.

La prima foto che hai scattato?

Se non ricordo male, la mia prima foto l’ho scattata in piazza a Taormina durante una vacanza estiva in Sicilia, con la compatta a rullini di mio padre. Forse questa foto la tengo ancora conservata in qualche scatolone.

Quali sono i fotografi a cui ti ispiri e perchè?

Potrei esser scontato citando Sebastião Salgado e McCurry. Ma la vera ispirazione la trovo guardando migliaia di foto che trovo in rete, anche di persone a me sconosciute, cercando sempre qualcosa di nuovo per arricchire la mia conoscenza.

Cosa non è per te la fotografia?

Sicuramente non è competizione o un modo per diventare “famoso”.

Qual è la sfida di ogni scatto?

Essendo appassionato di fotografia di Viaggi, la vera sfida per me, è riuscire a trasmettere alle persone la voglia di viaggiare e visitare quel luogo da me fotografato.

Che cos’è la curiosità?

Per me la curiosità è la continua ricerca di un qualcosa di nuovo che ti spinge a migliorare ogni volta.

Chi o cosa ti piacerebbe fotografare?

Ci sono tante cose che mi piacerebbe fotografare… Potrei citare l’Islanda per esempio o fare ritratti in giro per il mondo. In primis però, un giorno, vorrei fotografare l’aurora boreale. È uno dei miei sogni nel cassetto.

Qual è il tuo prossimo progetto?

Son rientrato da poco da un viaggio in Turchia, una terra che mi ha dato tanto, al pari con la Giordania. Un prossimo progetto? Mi piacerebbe realizzare un Libro fotografico con gli scatti a cui sono maggiormente legato.

Quali tappe hai attraversato per diventare il fotografo che sei oggi?

Nel 2015 dopo aver abbandonato gli studi di Ingegneria ho deciso di comprare la mia prima reflex. Ho approfondito la mia conoscenza fotografica tra internet, corso base, forum pubblici, libri, riviste e video. Studio costantemente per migliorarmi. Ogni cosa è stata utile per diventare quello che sono oggi… Dal lavorare per le cerimonie al ritrovarmi da solo a scattar foto a New York.

Che difficoltà hai incontrato lungo il tuo percorso?

Sinceramente non ho mai incontrato particolari difficoltà. Forse l’unica è il non potersi dedicare al 100% a questa passione, facendo un altro lavoro per poter vivere.

Che cosa è necessario per poter cogliere l’attimo giusto?

Ci vuole assolutamente tanta pazienza… e perchè no? Anche il fattore C!

Cosa ha influenzato il tuo stile?

A dire il vero non ho proprio uno stile fotografico. Cambio continuamente… Mi faccio influenzare molto dal mio stato d’animo. Alcune volte quando pubblico una nuova foto sui social, puoi riuscire a capire veramente come mi sento psicologicamente.

Quali sono i problemi che riscontri oggi nel fotografare?

Essendo una persona timida, trovo molta difficoltà nel fotografare le persone per strada, chiedere ad uno sconosciuto “ehi posso scattarti una foto?” mi rende impotente. Un’altra difficoltà è riuscire ad essere un minimo diverso dalla massa, ad oggi con milioni di foto che circolano in rete è veramente complicato.

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