“Racconti Fotografici” Numero 123: intervista ad Alessio Migliore

Bentornati a “Racconti Fotografici” eccoci alla 123° edizione , oggi intervistiamo il fotografo Alessio Migliore, buona lettura.

Ti puoi presentare per gli amici che ancora non ti conoscono ?
Mi chiamo Alessio Migliore , la fotografia mi ha sempre affascinato, ma ho avuto modo di approfondirla seriamente due anni fa, quando mi viene regalata la mia prima reflex. In seguito ho frequentato due corsi di fotografia dal basilare al più avanzato, che mi hanno permesso di migliorare sia la tecnica che la composizione. La mia passione per i viaggi , ha sviluppato in me l’attitudine per la fotografia di paesaggio.

Da piccolo cosa sognavi di fare?
Come la maggior parte degli adoloscenti avrei voluto essere un calciatore, o essere una star famosa del cinema. Insomma un lavoro in cui si era maggiormente retribuiti in generale!

La prima foto che hai scattato?
La mia prima foto fu con una vecchia Kodak, ed era alla Basilica di Superga di Torino.

Quali sono i fotografi a cui ti ispiri e perché ?
Non mi ispiro a nessun fotografo in particolare.

Cosa non è per te la fotografia ?
è una foto che non comunica nulla a chi la osserva, o tecnicamente errata.

Qual e` la sfida di ogni scatto?
Riuscire ogni volta che si scatta a migliorare se stessi e ad emozionare chi la guarda ogni volta di più.

Che cos’è la curiosità?
è qualcosa che ti spinge a non porti mai dei limiti, qualcosa che ti fa venire voglia di perfezionarti sempre di più.

Chi o cosa ti piacerebbe fotografare ?
Mi piacerebbe fotografare in tante parti del mondo, l’aurora boreale in Islanda credo sia il top per un fotografo, oppure New York al crepuscolo aspettando sia accendano le luci della città.

Qual e` il tuo prossimo progetto?
Non ho un progetto in particolare , essendo impegnato a tempo pieno nel lavoro, ma aprire un sito proprio con i miei scatti preferiti , sarebbe un ottimo inizio per iniziare a farmi conoscere.

Quali tappe hai attraversato per diventare il fotografo che sei oggi?
Da fotografo amatoriale che sono, tutto è andato da se. La mia passione per la fotografia mi ha portato ad essere cosciente delle mie potenzialità , dove posso migliorarmi senza pormi mai dei limiti.

Che cosa è necessario per poter cogliere l’attimo giusto?
Da paesaggista, l’attimo migliore è saper aspettare la situazione giusta in base al tipo di scatto che si vuole effettuare. ci vuole molta pazienza , a volte la condizione giusta arriva nel momento inaspettabile, è questa la bellezza della fotografia.

Quali sono i problemi che riscontri oggi nel fotografare ?
Forse ci sono troppe tecniche di scatto e post produzione , che fanno sorvolare al fotografo quanto in realtà siano importanti altri aspetti , come la comunicazione all’osservatore e la composizione.

Ci racconti un tuo aneddoto particolare o simpatico?
Questa estate sono stato a fotografare la Via Lattea al lago di Braies. Dopo ore di attesa nella notte aspettando che la Via Lattea ruoti nella zona che volevo, si avvicina un altro fotografo, inizia a parlare con me in inglese , pensando fossi spagnolo, conversiamo per almeno un oretta in inglese, lui impreca in italiano perchè gli cadde il telecomando, solo allora capii che era italiano più di me.

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