“Racconti Fotografici” Numero 141: intervista a Davide Diana

Bentornati a “Racconti Fotografici” eccoci alla 141° edizione , oggi intervistiamo il fotografo Davide Diana, buona lettura.

 

Ti puoi presentare per gli amici che ancora non ti conoscono?

Mi presento sono un fotografo amatore che di mestiere fa l’Avvocato penalista, ho 56 anni e fotografo dall’età di tredici anni.

 

Da piccolo cosa sognavi di fare?

Da piccolo sognavo di fare il pompiere perché vedevo il loro lavoro oltre che dinamico eroico.

 

La prima foto che hai scattato?

La prima foto che ho scattato, credo fosse di paesaggio, in quanto ho sempre unito la mia passione per la bicicletta alla fotografia.

 

Quali sono i fotografi a cui ti ispiri e perché?

I fotografi a cui mi ispiro sono molti sicuramente Ansel Adams che mi ha insegnato cosa vuol dire previsualizzare una fotografia ed utilizzare gli strumenti tecnici per ottenere il risultato. Ho passato giornate intere in camera oscura per affinare i concetti del grande maestro.

Attualmente seguo con interesse Alan Shaller che trovo immenso, Salgado … trovo inoltre fonte di ispirazione anche da due grandi del cinema Stanley Kubrick (per le inquadrature) e Sergio Leone per la composizione della scena.

 

Cosa non è per te la fotografia?

La fotografia per me è trasformare in immagine le mie visioni.

 

Qual è la sfida di ogni scatto?

La sfida in ogni scatto è quella di utilizzare la luce in modo creativo.

 

Che cos’è la curiosità`?

La curiosità è ciò che fa progredire l’umanità.

 

Chi o cosa ti piacerebbe fotografare?

Mi piacerebbe fotografare Papa Francesco per tentare di cogliere ed esaltare l’immensa umanità che lo contraddistingue.

 

Qual è il tuo prossimo progetto? 

Il mio prossimo progetto si chiama ora blu ed ora crepuscolare. Foto scattate alle prime luci dell’alba.

 

Quali tappe hai attraversato per diventare il fotografo che sei oggi?

Le tappe che ho attraversato sono molteplici sicuramente i viaggi, continuo spunto di ispirazione ma soprattutto la curiosità e lo spirito di osservazione.

 

Che difficoltà hai incontrato lungo il tuo percorso?

La difficoltà più grande è stata passare dalla pellicola al digitale in quanto inizialmente lo scatto era poco meditato … i rullini con il relativo sviluppo costavano e di conseguenza ti costringevano ad una foto più ragionata. Oggi invece trovo il digitale uno strumento eccezionale per tornare a realizzare le mie visioni.

 

Che cosa è necessario per poter cogliere l’attimo giusto? 

Rispondere alla domanda cosa è necessario per cogliere l’attimo giusto è difficile, io spesso le foto le vado a cercare quando vi sono le condizioni di luce a me congeniali per le foto prese al  volo utilizzo priorità di diaframma , lettura spot e spesso obiettivo in manuale.

 

Che rapporto cerchi di instaurare con le persone/soggetti che vuoi ritrarre?

Con le persone che voglio ritrarre cerco di instaurare un rapporto umano tale da chiedere se posso fotografarli mettendoli a loro agio… in genere il lato narcisista dell’essere umano mi da una mano.

 

Cosa ha influenzato il tuo stile?

Non riesco a vedere nelle mie foto uno stile particolare in quanto adoro spaziare i diversi generi.

 

Ci racconti un tuo aneddoto particolare o simpatico?

Un aneddoto simpatico mi è capitato di recente, avevo intenzione di fotografare il salone delle statue del Museo Egizio di Torino ma il problema potevano essere i visitatori, con la faccia di bronzo che mi contraddistingue mi sono spacciato per un fotografo del National Geographic e gli addetti alla sicurezza hanno bloccato l’afflusso dei turisti alla sala che stavo fotografando sino a che non ho finito.

Attualmente oltre  il mio profilo Facebook  ho una pagina  sempre su Facebook che si chiama Davide Diana Black & Withe  e un profilo Instagram  davidedianaimages

 

 

 

Guarda anche...
Bentornati a “Racconti Fotografici” eccoci alla 140° edizione , oggi…