“Racconti Fotografici” Numero 184: intervista a Debora Gaudioso

Bentornati a “Racconti Fotografici” eccoci alla 184° edizione , oggi intervistiamo la fotografa Debora Gaudioso, buona lettura.

Ti puoi presentare per gli amici che ancora non ti conoscono? 

Mi chiamo Debora Gaudioso, vivo in Liguria.

Ho 44 anni e sono un’appassionata di fotografia, prediligo il genere macro da poco più di 4 anni.

Ho iniziato fotografando albe e tramonti per poi ritrovarmi letteralmente rapita dalla scoperta di graziose creature, minuscole esplosioni di felicità, melodia per l’anima.

Far macro fotografia m’investe infatti di un buonumore ineguagliabile…e davvero è come se in quel preciso istante l’anima si ubriacasse di emozioni, lasciando spazio alle sensazioni più dolci.

 

Da piccola cosa sognavi di fare?

Da piccola amavo disegnare, ero molto creativa e particolarmente attratta da tutto ciò che era in qualche modo arte.

Mi sarebbe piaciuto fare la stilista

 

La prima foto che hai scattato?

Non ricordo esattamente la prima foto scattata, probabilmente risale all’analogico ai tempi delle scuole medie.

Se poi si parla da appassionata, la mia prima foto riproduceva un tramonto in un’oasi, a me particolarmente cara, nella quale è sfociata in maniera totalizzante la mia passione fotografica.

 

Quali sono i fotografi a cui ti ispiri e perché? 

Mi piace documentarmi sui fotografi del passato, ammirare le loro opere, rivolgere uno sguardo indietro affascinata dai lavori dei più talentuosi…. Ad oggi non mi ispiro a nessuno, poiché credo nell’unicità dello scatto.

Provo profonda stima e ammirazione per due grandi fotografi Alberto Ghizzi Panizza, per quanto concerne la macrofotografia e per Stefano Ronchi per ciò che riguarda la fotografia naturalistica, un genere nuovo a cui mi sono di recente avvicinata e a cui mi sto dedicando.

 

Cosa non è per te la fotografia?

Non è emulazione, non è invidia…è piuttosto condivisione di una passione.

Ed è invece arte, l’arte di saper raccontare in immagini ciò che i propri occhi vedono.

La fotografia deve in qualche modo evocare delle emozioni ed esprimere “poesia”, la finalità di ogni mio scatto.

 

 

 

Che cos’è la curiosità?

La curiosità è qualcosa che ti porta a scoprire nuovi aneddoti, nuovi traguardi…Adoro “dipingere” la natura e i suoi micro abitanti, ma solo studiando le piante che prediligono, le loro abitudini, il loro habitat si può essere preparati ad accogliere scatti non più casuali ma ricercati, più precisi, più gratificanti.

 

Chi o cosa ti piacerebbe fotografare? 

Mi piacerebbe fotografare l’aurora boreale…uno scenario che almeno una volta vorrei poter vivere in compagnia della mia reflex.

 

Qual è il tuo prossimo progetto?

Ho in mente da tempo un safari in Africa e poi una mostra personale: i miei sogni nel cassetto.

 

Quali tappe hai attraversato per diventare il fotografo di oggi?

In realtà mi considero nella semplicità più assoluta una fotografa amatoriale, da sempre autodidatta e con un bagaglio tecnico e pratico ancora da riempire.

Ho incontrato parecchie difficoltà all’inizio della mia passione ricercando quel parallelismo perfetto, una sfida continua durante le mie uscite macro.

Come anche “carpire” i luoghi dove “pernottavano” gli insetti, insomma un susseguirsi di problematiche che mi hanno stimolato e fatto crescere fotograficamente e umanamente.

 

Quali esperienze decisive hai avuto nell’ambito fotografico?

Non ho avuto esperienze particolarmente decisive…ma sicuramente al livello emozionale importanti, quali :

il mio risultato positivo  in qualche concorso  fotografico  nazionale, la recente  classificazione al Festival della fotografia di Mentone (Francia) e la mia partecipazione nel 2018 al Macrofestival di Crema.

 

Che cosa è necessario per poter cogliere l’attimo giusto?

Credo sia necessario studiare i soggetti, ovvero gli insetti, vista la mia predilezione per il macro mondo, scoprirne come ho già detto il loro habitat, individuare le loro caratteristiche, sfruttare una buona luce e non incappare nel vento, un nemico sempre in agguato.

 

Che rapporto cerchi di instaurare con le persone/soggetti che vuoi ritrarre?

Mi piace fotografare in simbiosi con gli insetti che ritraggo, amo il contatto sempre nel rispetto del soggetto stesso…

Si crea sempre una sorta di alchimia che non solo mi appaga emotivamente ma mi dà l’opportunità di fotografare in modo armonico con la natura gratificando ogni mio sforzo.

 

Cosa ha influenzato il tuo stile?

 

La mia propensione alla poesia e alla fiaba ha in un certo senso definito il mio stile, uno stile “fantasy” dove le mie macro riflettono questa mia visione oserei dire quasi onirica.

 

Quali sono i problemi che riscontri oggi nel fotografare?

 

Difficoltà? Personalmente la mancanza di tempo, nella vita mi occupo di altro, la fotografia riempie tutti i miei spazi liberi…che purtroppo non sono mai abbastanza.

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