“Racconti Fotografici” Numero 190: intervista a Renato Depedri

Bentornati a “Racconti Fotografici” eccoci alla 190° edizione , oggi intervistiamo il fotografo Renato Depedri, buona lettura.

Ti puoi presentare per gli amici che ancora non ti conoscono ?

Mi presento sono Renato Depedri un ragazzo del 1955 appassionato di fotografia, autodidatta passato dalla fotografia BW stampando le mie foto, alla stampa del colore con baccinelle filtri e ingraditore in questo mondo digitale. Da piccolo non so cosa sognavo di diventare ma col passare del tempo con una piccola macchinetta a rullino facevo foto e la cosa mi piaceva parecchio.La mia prima macchina reflex è stata una Zenit che ho comprato durante la leva 1975 non sapevi mai se i tempi e i diaframmi impostati erano giusti ma quando le foto riuscivano erano veramente belle.

La prima foto che hai scattato?

Diciamo che la prima vera foto l’ho fatta con la Zenit, la modella era mia nonna intenta a leggere Famiglia cristiana, la luce proveniva dalla finestra e azzeccai tutti i parametri,decisi di sviluppare il rullino edi stamparla è una foto che conservo ancora da qualche parte.

Quali sono i fotografi a cui ti ispiri e perchè ?

Nei primi anni 80 ho frequentato il Circolo fotografico milanese e la vicinanza con fotografi già affermati allora mi dava modo di capire concetti e tecniche della fotografia.

Cosa non è per te la fotografia ?

Cosa non è la fotografia, non è fonte di guadagno o di lavoro, resta il mio hobby preferito e lo coltivo con una passione maniacale,prende parecchio del mio tempo sia in fase di ripresa che nella post,dire che ogni foto è un semplice scatto non rende giustizia a tutto il lavoro per fare una foto.

Qual e` la sfida di ogni scatto?

Non cerco sfide e non amo criticare il lavoro di altri amici sui social tengo il giudizio per me metto mi pace oppure niente.

Che cos’e` la curiosita`?

La curiosità è una dote che devi avere dentro se vuoi fare un buon lavoro io ne ho tanta ma tanta perchè vengo da una generazione dove non esisteva Internet e l’unico modo per apprendere e realizzare qualcosa era quello di incuriosirsi, ancora adesso dopo 45 anni passo ore e ore sul web per non rimanere troppo indietro specialmente per la post.

Chi o cosa ti piacerebbe fotografare ?

Mi piace tutto ciò che riguarda il fiume Po,le mie foto parlano della mia terra la bassa pianura padana sono praticamente a km 0 e mi piacerebbe fotografare il delta e la foce.

Qual e` il tuo prossimo progetto?

Come progetto mettere su 2 o 3 libri tutto il materiale che ho sul Po e sulla mia terra,continuare a fare mostre fotografiche nei vari paesi dove apprezzano il mio lavoro.

Quali tappe hai attraversato per diventare il fotografo che sei oggi?

Le varie tappe di questa passione sono incominciate con la stampa in B&W la ricerca delle carte da stampa arrivando poi alla stampa del colore ma allora le difficoltà erano tante dal filtrare con la testa  colore alla temperatura dei bagni e infine passaggio al Cibacrome.

Che difficoltà hai incontrato lungo il tuo percorso?

Le difficoltà negli anni 80 erano legate all’uso del rullino,avevi 36 scatti e dovevi cercare di far bene il più possibile ,non potevi rivedere gli scatti e avevi meno margine di errore e tutto questo ha influito positivamente quando sono passato al digitale.La fotografia mi ha aiutato nella formazione del carattere,da giovane ero molto timido e riuscire a fotografare le persone e stare in mezzo alla gente con la macchina fotografica ha avuto un’influenza positiva.

Quali esperienze decisive hai avuto nell’ambito fotografico?

Le esperienze decisive le ho avute collaborando con i comuni del territorio attraverso mostre fotografiche e con le scuole per la didattica.

Che cosa è necessario per poter cogliere l’attimo giusto?

Per cogliere l’attimo ci vuole anche fortuna,a volte però te la devi anche andare a cercare magari alle5 del mattino sulla barca nella corrente o in mezzo alla nebbia,a volte succede per caso capiti in un posto si rompe un argine inonda un campo di papaveri e scatti foto a papaveri nell’acqua!

Che rapporto cerchi di instaurare con le persone/soggetti che vuoi ritrarre?

Ho un bellissimo rapporto con la gente, se non fosse così sarei il primo ad avvertirne il disagio,raramente mi è capitato di persone che non si sono divertite durante le pose.Solo quando faccio qualche collezione di vestiti o di acconciature faccio l’errore di far veder gli scatti alle modelle e immancabilmente non si piacciono,con tutti i difetti ma fa parte del gioco.

Cosa ha influenzato il tuo stile?

Il mio stile è influenzato dal genere di foto che faccio al 95% seguono i ritmi del fiume Po le sue piene la mia terra e sopratutto quando incomincia la fioritura dei papaveri passo le giornate nei campi sono un papaverista ed è un fiore che mi da molte soddisfazioni le persone mi riconoscono anche per quello inutile dire che mi fa molto piacere.

Quali sono i problemi che riscontri oggi nel fotografare ?

I problemi che riscontro sono una tendenza esasperata della tecnologia nella fotografia per poter lavorare con Photoschop dovrei fare dei corsi riesco ancora a salvarmi con Lightroom perchè lo trovo più intuitivo e lavorare i miei Raw mi rende le cose più facili.Un’altra difficoltà che trovo nei fotografi di ultima generazione è quella di copiare e cavalcare le mode invece di cercare un proprio stile in molti mi chiedono i dati di scatto non ho difficoltà a darli ma non so quanto possano servire se non a grandi linee.

Ci racconti un tuo aneddoto particolare o simpatico?

Come aneddoto Una foto a cui tengo particolarmente una barca blu durante una piena del Po non si posizionava nella giusta maniera non era possibile avvicinarsi poichè la corrente non lo permetteva ,ho dovuto aspettare 3 giorni per poter scattare ma ne è valsa la pena è stata premiata da voi in un contest e in altri concorsi fotografici.

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