“Racconti Fotografici” Numero 195: intervista a Donato Catanzaro

Bentornati a “Racconti Fotografici” eccoci alla 195° edizione , oggi intervistiamo il fotografo Donato Catanzaro, buona lettura.

Ti puoi presentare per gli amici che ancora non ti conoscono?
Mi chiamo Donato Catanzaro, ho 45 anni e sono originario della Puglia; vivo ormai da 6 anni a Modena con mia moglie e i miei due splendidi figli. Nella vita mi occupo di Qualità, anche se il mio “amore” è la fotografia.

Da piccolo cosa sognavi di fare?
Quando ero piccolo ho sempre sognato di fare l’ingegnere. Ed è quello che sto facendo….

La prima foto che hai scattato?
Ricordo quando stringevo in mano la mia prima Reflex appena acquistata (entry level). L’ho subito “puntata” verso mio figlio….Quello è stato il mio primo VERO scatto. Quello scatto è ancora con me!

Quali sono i fotografi a cui ti ispiri e perché?
Sicuramente uno dei miei preferiti è Michael Freeman; mi piace perché la fotografia per lui è un’arte, non è una professione o un’abilità.

Cosa non è per te la fotografia?
Per me la fotografia non deve semplicemente essere un’istantanea della realtà. Quella per me è una semplice foto, non è fotografia.

Qual è la sfida di ogni scatto?
Ogni scatto deve avere “l’ambizione” di sorprendere l’osservatore; il fotografo deve essere in grado di suscitare emozioni nell’osservatore e di trasmettergli il messaggio che c’è oltre la realtà fotografata.

Che cos’è la curiosità?
Per me la curiosità è la capacità di andare oltre la realtà, è quel “quid” che fa la differenza tra guardare ed osservare.

Chi o cosa ti piacerebbe fotografare?
Mi è sempre piaciuta la paesaggistica. Ma (con il lockdown…) sto scoprendo con piacere lo still-life ed il portrait.

Qual è il tuo prossimo progetto?
Il prossimo progetto è quello di perfezionarmi nella portrait photography. Sto già ottimizzando il mio studio fotografico a casa…

Quali tappe hai attraversato per diventare il fotografo che sei oggi?
Beh ho cominciato con le classiche “Powershot”, facendo scatti un po’ casuali….Il vero cambiamento l’ho avuto con l’acquisto della mia prima Reflex e soprattutto con lo studio della tecnica fotografica (a partire dal triangolo dell’esposizione). Questo mi ha dato la possibilità e l’abilità di saper scattare “in manuale” cogliendo il massimo dagli scatti effettuati (altrimenti che fotografo sei….).  Il segreto però è non fermarsi mai; continuare a scattare e scattare perché ritengo che non ci sia limite alla fotografia e all’ispirazione che può darti.

Che difficoltà hai incontrato lungo il tuo percorso?
Nessuna in particolare, anzi è sempre un piacere quando impugno la mia Reflex. L’unica controindicazione è il tempo; non è mai abbastanza per quello che vorrei fare. Ma purtroppo la vita non è fatta solo di fotografia…

Quali esperienze decisive hai avuto nell’ambito fotografico?
Per me è stato fondamentale studiare tanto materiale fotografico ed avere un riscontro pratico grazie ai tutorial di settore e alle mie “uscite” fotografiche. È stato importante anche far parte di alcuni gruppi di fotografia sui più comuni social: tante idee, tanti consigli e opportunità di miglioramento.

Che cosa è necessario per poter cogliere l’attimo giusto?
L’attimo giusto non lo cogli se non hai ispirazione. Se lo cogli senza questa, allora vuol dire che è fortuna; ma come sappiamo, essa non arriva spesso o quando vuoi tu… Il bravo fotografo deve avere questa caratteristica, deve sapere cosa vuol trasmettere ancor prima di scattare.

Che rapporto cerchi di instaurare con le persone/soggetti che vuoi ritrarre?
Come dicevo pocanzi, mi sto avvicinando da poco alla fotografia di tipo “portrait”. Ma è una cosa primaria creare ed instaurare un rapporto “friendly” con i soggetti da ritrarre. Il bravo fotografo deve essere abile a mettere a proprio agio le persone da ritrarre, bisogna entrare in sintonia con loro, parlando, scherzando. Questo aiuta il fotografo a catturare le pose più naturali e spontanee, ossia quelle più belle.

Cosa ha influenzato il tuo stile?
Lo stile della mia fotografia rispecchia in fondo quello che sono; quindi mi piace lo scatto studiato, con toni morbidi e con una composizione ordinata e pulita.

Quali sono i problemi che riscontri oggi nel fotografare?
Non riscontro nessun problema per fortuna. Forse l’unica controindicazione, per chi è paesaggista, è quella di essere vincolato a particolari ore del giorno (o della notte) per effettuare degli scatti top. Alba e tramonto parlano da sé, ma anche la via Lattea o lo star trail ti “costringono” a fare nottate in bianco. Ma la cosa più bella è che dopo queste fatiche, torni a casa con degli scatti d’autore…

Ci racconti un tuo aneddoto particolare o simpatico?
Estate 2019. Ero in vacanza a Tesero (Val di Fassa – Trentino Alto Adige). È quasi mezzanotte, saluto la mia famiglia e parto con tutta la mia attrezzatura per andare a 2800mt a fotografare la Via Lattea. Attrezzatura fotografica, torcia e bussola erano i miei unici compagni di viaggio. Immerso nell’oscurità più profonda, nel silenzio assordante di una notte d’estate, alzo lo sguardo ed ammiro la bellezza del firmamento! Uno spettacolo mai visto prima! Peccato che dopo gli scatti, son dovuto scappare in tutta fretta: lupi e chissà quale altra bestia si avvicinavano sempre più!…

Le mie foto su:

https://www.facebook.com/donato.catanzaro.58

https://www.instagram.com/donato_catanzaro/

 

 

 

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