“Racconti Fotografici” Numero 237: intervista a Roberto Giallatini

Bentornati a “Racconti Fotografici” eccoci alla 237° edizione , oggi intervistiamo il fotografo Roberto Giallatini, buona lettura.

Ti puoi presentare per gli amici che ancora non ti conoscono ?

Ciao, il mio nome è Roberto Giallatini, sono un pensionato che ha deciso di riprendere la macchina fotografica dopo tanti anni di inattività.  Da giovane fotografavo per diporto in analogico ma senza mai aver approfondito le tecniche fotografiche. Poi, con l’avvento del digitale mi sono allontanato perchè la nuova tecnica non mi rimaneva familiare. Una volta in pensione ho deciso di riprendere l’argomento, iscrivendomi ad un corso di fotografia digitale tenuto dal Comune di Roma.  Ora mi sono nuovamente appassionato e ho intenzione di crescere per quanto io sarò capace di farlo.

Da piccolo cosa sognavi di fare?

Il Pilota di aerei ma poi il mio destino ha preso la sua direzione che come nella maggior parte dei casi, si è rivelata diversa.

La prima foto che hai scattato?

Non ricordo ma forse all’estero dove talvolta andavo per lavoro.

Quali sono i fotografi a cui ti ispiri e perché ?

  • Henri Cartier Bresson, aveva la capacità di trovarsi nel posto giusto al mo mento giusto. Aveva un intuito fenomenale e riusciva a scovare scene con             prospettive incredibili.
  • Ansel Adams, per la sua tecnica e la capacità di usare la luce.
  • Martin Parr per l’interpretazione grottesca della società.
  • Sebastiao Salgado per la capacità di testimoniare luoghi e popoli bisognosi   spesso sconosciuti. Il suo legame alla terra incontaminata e sofferente.

Cosa non è per te la fotografia ?

Per me la fotografia non è un lavoro, è un hobby. Non è sicuramente quello che oggi molte persone intendono quando girando con il telefonino fanno mille foto che poi rimarranno dimenticate per sempre. Ogni scatto dovrebbe avere la sua importanza, il suo significato, contenere un messaggio.

Qual e` la sfida di ogni scatto?

La mia è una nuova esperienza e ogni scatto può presentare diverse difficoltà sia tecniche che di contenuto. La sfida è quella di fare lavori dove la tecnica ed il messaggio siano corretti. Talvolta intravediamo in una scena qualcosa che ci piace ma che non sempre riusciamo a rappresentare.

Che cos’è la curiosità?

La curiosità è un elemento importante per la nostra vita, senza di essa questa sarebbe monotona, priva di interessi.  Aggiungerei che è essenziale anche per fare buone foto.

Chi o cosa ti piacerebbe fotografare?

Vorrei inoltrarmi nella fotografia di paesaggio, la piana di Castelluccio, le colline senesi o i paesaggi del nord Europa.

Qual e` il tuo prossimo progetto?

Al momento non ho progetti specifici. Il mio prossimo obiettivo però è quello di frequentare il prossimo anno del corso di fotografia con successo, al fine di imparare e realizzare scatti sempre più interessanti.

Quali tappe hai attraversato per diventare il fotografo che sei oggi?

La mia vera esperienza è cominciata da poco. Come dicevo ho frequentato il primo anno del Corso di fotografia digitale e sto apprestandomi a frequentare il secondo. Ho anche seguito dei brevi corsi di Storia della fotografia. Cerco tuttavia di tenermi aggiornato attraverso tutorial e altre info che si trovano in internet.

Che difficoltà hai incontrato lungo il tuo percorso?

Prima scattavo a caso senza qualità e la post-produzioni per me rappresentava un ostacolo insormontabile. Solo recentemente ho iniziato ad apprezzare le tecniche di scatto, ad imparare dallo studio dei maestri della fotografia, ad affinare le capacità di osservare e valutare le foto. Ho anche apprezzato la post-produzione della quale oggi non potrei privarmi. Certo sono ancora lontano dall’obiettivo che mi sono preposto, ma intendo andare avanti con impegno e migliorare sempre più.

Che cosa è necessario per poter cogliere l’attimo giusto?

Bisogna darsi un obiettivo, osservare la scena, scegliere la posizione corretta, essere pazienti e aspettare il momento giusto. L’mmaginazione può aiutare.

Che rapporto cerchi di instaurare con le persone/soggetti che vuoi ritrarre?

Bisogna entrare in sintonia con il soggetto che si intende fotografare, averne confidenza e saperlo interpretare.

Quali sono i problemi che riscontri oggi nel fotografare?

Saper valutare in fretta tutti gli elementi necessari alla riuscita di una buona foto e trarne facilmente una sintesi.

Ci racconti un tuo aneddoto particolare o simpatico?

La foto di strada può riservare sorprese.

Una volta vidi un signore vestito in maniera stravagante, seduto su una panchina. Aveva un cappello calato sul viso e sembrava stesse dormendo. Era buffo e mi aveva ispirato uno scatto. Mentre lo fotografavo, convinto che non mi vedesse, alzò il cappello e con un occhio socchiuso mi gridò: mi stai fotografando?? Rimasi immobile. Cercai di spiegare che stavo fotografando il palazzo che aveva alle spalle, ma niente. Allora gli dissi che avrei cancellato la foto, facendogli vedere mentre la cancellavo e lui: è inutile che la cancelli, non sai cosa diavolo succede dentro quell’affare (la fotocamera), li i bit non si cancellano mica, quelli camminano anche quando l’affare è spento. Lo lasciai blaterare e andai via di corsa.

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