“Racconti Fotografici” Numero 244: intervista a Cristiano Mazzoli

Bentornati a “Racconti Fotografici” eccoci alla 244° edizione , oggi intervistiamo il fotografo Cristiano Mazzoli, buona lettura.

Ti puoi presentare per gli amici che ancora non ti conoscono ?

Salve a tutti, sono Cristiano Mazzoli con una formazione prettamente artistica, avendo studiato presso il Liceo Artistico di Ravenna (la mia città) e avendo conseguito un  master di fotografia/camera oscura presso la “John Kaverdash School of Photography” di Milano. Inizio ad appassionarmi di fotografia, durante gli studi del liceo, quasi per gioco per poi approfondire sempre più questa espressione artistica al punto di presentare un portfolio di immagini a colori-cibachrome dedicate al Carnevale di Venezia all’esame di maturità, ricevendo elogi e una nota positiva riportata sul diploma. Una di queste immagini, vince il concorso indetto dalla ditta di album/raccoglitori fotografici  “I Righetti” in collaborazione con “Nital” e il giornale “Il Fotografo”: l’immagine premiata entra a far parte del campionario della stessa ditta di raccoglitori fotografici. Nel periodo iniziale della mia attività artistica, mi sperimento in tutte le direzioni con emulsioni (ai tempi il digitale, non era neanche nei nostri pensieri…) sia a colori sia in bianco-nero (anche infrarosso), ottenendo vari riconoscimenti nei concorsi e in manifestazioni dedicate alla fotografia tipo “Portfolio in Piazza” (Savignano sul Rubicone). Nel tempo, mi avvicino sempre più alla fotografia live di concerti e teatro, prediligendo l’emulsione bianco-nero di cui curo tutte le fasi di sviluppo e stampa. Grazie alla collaborazione con alcune testate giornalistiche cui sottoposi il mio lavoro, con accredito potei riprendere il concerto di Giulio Capiozzo (”fondatore” e batterista degli Area)  presso il Circolo degli Artisti di Faenza e una volta fatto visionare il lavoro, nacque una collaborazione col Circolo stesso che mi aprì nuove possibilità permettendomi di arricchire notevolmente la mia passione e lavoro di fotograf0: seguendone tutti gli eventi, ho la possibilità di fotografare ed entrare in contatto, con moltissimi artisti dei più svariati “settori”. Vengono realizzati alcuni cataloghi con le mie immagini dedicate al mondo del Jazz, seguo il progetto “Brisighella: Jazz in Bianco&Nero” organizzato dal comune di Brisighella-Faenza (la rassegna ottiene come riconoscimento, la medaglia d’argento del Presidente della Repubblica per ben due volte) , realizzo il catalogo “Mediterraneo” (opere su carta) dell’artista Giuseppe Spagnulo, il catalogo “Nagasawa” dell’artista Nagasawa (invitato a realizzare alcuni allestimenti in Brisighella in contemporanea della Biennale di Venezia e in relazione ad essa). Collaborando col M.I.C (Museo Internazionale delle Ceramiche) di Faenza, realizzo il servizio in occasione della mostra/antologica dell’artista Carlo Zauli inserito nel libro/catalogo “Alchimia delle Terre”. Vengo invitato ad esporre alcune immagini della mostra “Jazz: Gente, Musica, Emozioni” al teatro di Arceva (AN) in apertura dell’antologica dedicata a Mario Giacomelli. Alcune mie fotografie, fanno parte della collezione “fondo Franco Fontana” presso la galleria Civica di Modena.

Stringo alcune collaborazioni in veste di docente (progetto europeo) svolgendo lezioni di fotografia e composizione dell’immagine presso il Liceo Artistico “Pier Luigi Nervi” (dove ho conseguito il diploma) e l’istituto d’Arte di Ravenna “Gino Severini”. Anche ultimamente ho tenuto lezioni di fotografia, coi ragazzi delle scuole superiori di Padova presso il museo della Padova ebraica dove ho curato la mostra fotografica di Maria Grazia Cavallo, “Gerusalemme Punto d’Incontro”.

All’attivo, una serie di mostre di cui le ultime tenute a New York – Agora Gallery – e Roma – Eataly Ostiense -.

Decisamente, la mia produzione è molto incentrata sul mondo del Jazz ma, mi diletto anche con la fotografia di paesaggio, street e altro…fortunatamente ancora oggi, ho la voglia di osservare e lasciarmi stupire cercando di bloccarle nell’attimo, le mie emozioni.

Da piccolo cosa sognavi di fare?

Il musicista anche perché vengo da una famiglia di musicisti, poi però ho preso in mano la macchina fotografica…

La prima foto che hai scattato?

Mi ricordo il progetto del liceo, con cui mi avvicinai alla fotografia e acquistai la mia prima reflex. Si trattava di fotografare le texture in giro per la città e ricordo le foto che feci alle gettate di cemento racchiuso nelle assi di legno, una volta tolte le assi.

Quali sono i fotografi a cui ti ispiri e perché ?

Tanti e per svariati motivi. Gianni Berengo Gardin, per la sua attenzione ai dettagli; Mario Giacomelli per il suo modo di raccontare la “spensieratezza”; Robert Mapplethorpe per la sua maniacale “perfezione”; Irving Penn per il modo in cui entra nell’anima dei suoi personaggi ritratti; Sebastiao Salgado per come ci regala la realtà delle “cose”; Andy Warhol (certo conosciuto più per latro) per la sua “crudezza”;…

Sono abituato ad osservare e cerco sempre di cogliere il Cosa, il Messaggio e quindi penso non ci sia un fotografo a cui mi ispiro ma, una serie di “espressioni”, di “sentimenti” che cerco di fare miei e fotografare il Mio.

Cosa non è per te la fotografia ?

L’immagine fine a se stessa, dove può pur esserci la perfezione tecnica ma, manca di messaggio, di sentimento…cosa che sfortunatamente riscontro spesso oggi giorno…tante belle immagini, spesso simili, che non mi danno nulla…molto create grazie alle tecnologie. Certo anch’io uso il digitale oggi e faccio post-produzione ma, non ne “abuso”.

Qual e` la sfida di ogni scatto?

Sentirla, visualizzarla ancor prima dello scatto e che trasmetta sensazioni.

Che cos’è la curiosità?

Il voler “entrare” nel contesto per scoprirlo e magari bloccarlo nell’attimo.

Chi o cosa ti piacerebbe fotografare ?

Ho un progetto che da anni vorrei affrontare ma, a parte che sarebbe decisamente ampio, non è semplice “incastrare” le cose ma, non lo voglio svelare, dico solo che si incentra su Venezia.

Qual e` il tuo prossimo progetto?

Sempre divertirmi fotografando e voglio riprendere la fotografia all’infrarosso.

Quali tappe hai attraversato per diventare il fotografo che sei oggi?

Tanto ho raccontato nella presentazione ma, la cosa che penso non debba mai mancare, è la voglia di mettersi in gioco e avere passione.

Che difficoltà hai incontrato lungo il tuo percorso?

Diciamo che le difficoltà sono cresciute nel percorso e spesso, sono dettate dagli stessi che ti stanno “vicino”.

Quali esperienze decisive hai avuto nell’ambito fotografico?

L’esser cresciuto in una famiglia di musicisti, ha certo influenzato il mio “mondo fotografico” e non a caso, il più delle mie fotografie, riguardano la musica…il Jazz che adoro.

Che cosa è necessario per poter cogliere l’attimo giusto?

Sentirlo, esserne partecipi.

Che rapporto cerchi di instaurare con le persone/soggetti che vuoi ritrarre?

Parlando degli artisti che incontrerò sul palco, cerco sempre di avere uno stretto rapporto, di conoscerci per poi ritrovarci a fianco.

Per la street, non mi nascondo mai e se ne ho possibilità anche qui cerco di conoscerle ma comunque, vedono che sto fotografando e se noto un “fastidio”, evito. Per “rubare” l’attimo, normalmente so già cosa voglio fare e quindi sono preparato…solo da fare “click”.

Cosa ha influenzato il tuo stile?

La scelta del bianco-nero, è perché lo ritengo di maggior espressione, carattere e perché me lo sono sempre trattato da solo.

Quali sono i problemi che riscontri oggi nel fotografare ?

Non tanto un problema ma, penso che la gente abbia perso il senso critico e le nuove tecnologie, abbiano appiattito molto il panorama.

 

 

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