“Racconti Fotografici” Numero 286: intervista a Paolo Santagata

Bentornati a “Racconti Fotografici” eccoci alla 286° edizione , oggi intervistiamo il fotografo Paolo Santagata, buona lettura.

Ti puoi presentare per gli amici che ancora non ti conoscono ?

Mi chiamo Paolo Santagata , ho 41 anni e sono della provincia di Caserta.Sono sposato , ho un bellissimo bimbo di 4 anni e sono un dipendente comunale. Mi sono avvicinato alla fotografia durante i miei studi in scienze politiche , perché nelle mie pause di studio mi rilassavo osservando pagine facebook inerenti le foto. Da lì iniziai ad approfondire gli argomenti da autodidatta.

Da piccolo cosa sognavi di fare?

L’esploratore

Quali sono i fotografi a cui ti ispiri e perché ?

Questa è una domanda difficilissima perché amo ammirare tutti i capolavori dei grandi fotografi, ma essendo che in questo periodo mi sono avvicinato molto al ritratto , amo osservare le foto di Giovanni Gastel, Eolo Perfido e Nicola D’Orta.

Cosa non è per te la fotografia ?

Sicuramente noia

Qual e` la sfida di ogni scatto?

La sfida di ogni scatto è trasportare nella foto quello che già hai pensato.

Che cos’è la curiosità?

La curiosità è vita , è un qualcosa che ogni fotografo deve avere.

Chi o cosa ti piacerebbe fotografare ?

Mi piacerebbe fotografare  persone  di etnie diverse e per fare ciò ci vorrebbe tanto tempo a disposizione per viaggiare. Diciamo che questo è il mio sogno nel cassetto.

Qual e` il tuo prossimo progetto?

Ritrarre persone ai confini della società.

 

Quali tappe hai attraversato per diventare il fotografo che sei oggi?

Mi reputo un autodidatta in quanto piano piano , ricerche dopo ricerche, prove su prove sono quello che sono oggi e soprattutto spero di perfezionarmi sempre di più.

Che difficoltà hai incontrato lungo il tuo percorso?

Le difficoltà iniziali sono state tante , però da autodidatta ho iniziato un percorso a step che mi ha portato ad essere , almeno teoricamente , padrone della materia. Diciamo che è stata dura

Che cosa è necessario per poter cogliere l’attimo giusto?

E’ trovarsi dove c’è l’attimo giusto, quindi avere anche un po’ di fortuna, e soprattutto essere attenti e non avere distrazioni.

Che rapporto cerchi di instaurare con le persone/soggetti che vuoi ritrarre?

Cerco di instaurare un dialogo e soprattutto di conoscere la persona nel profondo, perché solo così si può effettivamente effettuare un ritratto originale della persona , guardando la loro anima.

Cosa ha influenzato il tuo stile?

Il mio stile è stato influenzato sicuramente dalla voglia di conoscere sempre gente nuova, di instaurare nuovi rapporti, ma certamente è stato influenzato dalle sfide che mi pongo ogni giorno e una di queste è sicuramente quello di far conoscere attraverso il mio ritratto la personalità del soggetto.

Quali sono i problemi che riscontri oggi nel fotografare ?

Vorrei che il giorno durasse 48 ore per poter dedicarmi almeno 24 ore alla fotografia.

Ci racconti un tuo aneddoto particolare o simpatico?

Un giorno conobbi una persona che mi ispirava tantissimo , presi appuntamento e gli scattai qualche foto. Dopo la pubblicazione di quel ritratto , mi contattò un fotografo del paese di quella persona dicendomi che quel soggetto l’ incontrava tutte le mattine , ma non si sarebbe mai immaginato di scattargli una foto e soprattutto mi fece i complimenti sia per la foto , ma principalmente per aver avuto occhio in quanto il soggetto rendeva tantissimo.

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