“Racconti Fotografici” Numero 294: intervista a Francesco Del Bravo

Bentornati a “Racconti Fotografici” . Eccoci alla 294° edizione: oggi intervistiamo il fotografo Francesco Del Bravo, buona lettura.

 

Ti puoi presentare per gli amici che ancora non ti conoscono ?

Ciao a tutti! Mi chiamo Francesco Del Bravo, sono nato a Firenze nel 1971 dove vivo e lavoro. La fotografia è una mia grande passione così come la musica (suono la chitarra) e la cucina… Dicono che sono un ottimo cuoco ma anche una buona forchetta.

Da piccolo cosa sognavi di fare?

Avendo iniziato a giocare a calcio fin da piccolo, ovviamente “da grande” avrei voluto fare il calciatore ma poi come potete intuire le cose non sono andate proprio in quella direzione.

La prima foto che hai scattato?

Sinceramente non me lo ricordo, molto probabilmente qualche foto fatta con una compatta Kodak durante qualche gita scolastica. Ricordo però i miei primissimi scatti in bianco e nero, a pellicola, con una Pentax Me Super. Una serie di ritratti di una mia amica, dei quali conservo ancora i provini.

Quali sono i fotografi a cui ti ispiri e perché ?

Adoro Helmut Newton per il suo stile, marchio inconfondibile del suo glamour. David Hamilton per la delicatezza nell’uso della luce e per la composizione delle sue fotografie, Robert Mapplethorpe per la sua visione talvolta irriverente delle sue immagini. Steve McCurry, che ho avuto anche il piacere e l’onore di conoscere, per i suoi reportage ed i suoi ritratti.

Cosa non è per te la fotografia ?

La fotografia non è e non può essere un semplice click. La fotografia deve essere pensata prima dello scatto in visione del risultato finale con ben chiaro quello che la foto vorrà trasmettere all’occhio dell’osservatore.

Qual e` la sfida di ogni scatto?

Cercare sempre di realizzare una foto foto migliore. Mai sentirsi arrivati ed appagati dei risultati. L’umiltà è la miglior alleata per ottenere risultati sempre migliori.

Che cos’è la curiosità?

La curiosità nell’ambito fotografico credo che si possa racchiudere in questa frase di Helmut Newton “Il desiderio di scoprire, la voglia di emozionare, il gusto di catturare, tre concetti che riassumono l’arte della fotografia.”

Chi o cosa ti piacerebbe fotografare ?

Mi definisco un fotoamatore a “tutto tondo” ed anche se mi sono, diciamo, specializzato, nella fotografia glamour, mi piace fotografare di tutto.  Ho realizzato infatti anche diversi reportage due dei quali (Campo di sterminio di Auschwitz ed ex Ospedale psichiatrico di Volterra) sono diventati anche delle mostre. Mi piace sperimentare, mi piace molto, infatti, anche la fotografia ad infrarosso.

Qual e` il tuo prossimo progetto?

Sono molto istintivo. Se non ho qualche progetto commissionato dove è richiesto un particolare mood mi inspiro al momento, confrontandomi, perchè no, anche con il soggetto che devo fotografare.

 

 Quali tappe hai attraversato per diventare il fotografo che sei oggi?

Mi sono avvicinato alla fotografia fin dall’età adolescenziale utilizzando ovviamente attrezzature analogiche. La mia prima macchina fotografica, come ho detto in precedenza, è stata infatti una Pentax Me Super tutt’ora funzionante. Con l’avvento del digitale quella che prima era solo una sporadica attività dettata dalla curiosità si trasforma in una vera e propria passione. Mi diletto, ripeto, in ogni genere di tipo fotografico anche se prediligo il glamour, il boudoir ed il nudo artistico. C’è stato anche un periodo in cui ho abbandonato quasi del tutto la fotografia per dedicarmi ad altre cose… Ma quando il fuoco della passione ce l’hai dentro è impossibile spegnerlo.

Che difficoltà hai incontrato lungo il tuo percorso?

All’inizio, da adolescente, le difficoltà principali erano ovviamente, sarò banale, quelle economiche. Con il passare del tempo diventa più difficile conciliare la passione con il lavoro. Ma se una cosa si desidera farla il modo ed il tempo lo si trova sempre.

Quali esperienze decisive hai avuto nell’ambito fotografico?

Sicuramente l’incontro casuale con un mio vecchio amico fotografo. Era durante una manifestazione folkloristica, lui stava facendo il suo reportage dell’evento. Io ero in un periodo buio, non scattavo più da tantissimo tempo. Mi chiese di fargli una foto “ricordo” durante la manifestazione… Passammo poi la giornata insieme a parlare di fotografia e visionare le sue foto. Il mattino successivo ero con la mia macchina fotografica in mano a fare foto in giro per la città.

Che cosa è necessario per poter cogliere l’attimo giusto?

L’attimo giusto è quello che senti dentro, quando vedi quello che vuoi trasmettere allo spettatore. Quello è cogliere l’attimo. Concedetemi, però, anche una battuta… Spesso, per cogliere l’attimo, ci vuole anche tanta fortuna!

Che rapporto cerchi di instaurare con le persone/soggetti che vuoi ritrarre?

Un rapporto di stima e fiducia reciproca. Si deve instaurare quel giusto feeling fra fotografo e soggetto per far si che il set diventi l’ambiente più naturale possibile. La giusta empatia e quel pizzico di complicità contribuiscono in modo determinate al risultato finale.

Cosa ha influenzato il tuo stile?

I grandi Maestri. Leggere, studiare, documentarsi sempre. Non si finisce mai di imparare e di migliorare.

Quali sono i problemi che riscontri oggi nel fotografare ?

C’è un inflazione di immagini. Tutti, adesso possono fotografare, tutti sono dei fotografi. Si preferisce, troppo spesso, la quantità alla qualità.

Ci racconti un tuo aneddoto particolare o simpatico?

Ero in vacanza all’estero quando mi arrivò un messaggio su Instagram di una donna famosa del mondo dello spettacolo e della televisione (Justine Mattera, ndr) che mi chiedeva di fotografarla perchè trovava le mie foto belle ed interessanti. Cosa c’entro io? Tra me e me pensai subito ad uno scherzo di qualche mio amico e non presi la cosa in considerazione .Dopo un po’ di tempo mi arrivò un altro messaggio con la stessa richiesta. Questa volta risposi al messaggio dicendo che forse aveva sbagliato persona… E che non ero io il fotografo che cercava!! Il giorno dopo trovai un nuovo messaggio con un numero di telefono. Spronato anche da mia moglie, chiamai… era, proprio, Justine!!  Dopo pochi giorni facemmo le nostre foto… Non era, fortunatamente, uno scherzo dei miei amici!!

Per concludere concedetemi i ringraziamenti. In primis voglio  ringraziare Domenico per l’opportunità che mi ha concesso e tutti gli iscritti ed i  lettori di Domiad Photo Network per l’attenzione che vorranno dedicarmi. Ringrazio Francesco Marilli per la foto che mi ritrae ed infine il mio più grande ringraziamento va a tutte le modelle che hanno posato e (spero!!) poseranno ancora per me in futuro, perchè senza di loro, tutto questo non sarebbe stato possibile. Nell’occasione ci tengo a ricordare Chiara Bianchino, Natasha Legeyda, Edgeinlildoll, Francesca Dei, Giulia Biagioli e Giorgia Soleri che sono ritratte nelle foto che fanno da cornice alla mia intervista. Grazie ancora a tutti!!!!

 

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