“Racconti Fotografici” Numero 44: intervista a Claudio Giuseppe Orlandini

Bentornati a “Racconti Fotografici” eccoci alla 44° edizione , oggi intervistiamo Claudio Giuseppe Orlandini, buona lettura.

Ti puoi presentare per gli amici che ancora non ti conoscono ?

Sono Claudio Orlandini mi occupo da più di vent’anni della mia passione, la fotografia, e questa passione l’ho trasformata nella mia attività lavorativa. Mi piace esprimermi attraverso di essa.

Da piccolo cosa sognavi di fare?

Da piccolo mi piaceva sempre dipingere e creare, con l’età adulta ho voluto concentrarmi su un’attività creativa ed ho scelto la fotografia, tecnica efficace di rappresentazione, e non solo, della realtà.

La prima foto che hai scattato?

La prima foto “posata” che ho scattato è stata fatta in montagna al lago dei caprioli con la macchina di mio padre, una vecchia Comet 2 a rullino 126.

Quali sono i fotografi a cui ti ispiri e perché ?

Non ho mai preso ispirazione da altri artisti, ho sempre creato di mia iniziativa. Sono cresciuto ammirando le foto di Newton per  le sue rappresentazioni femminili, al tempo trasgressive, seguo Toscani ma forse l’artista a cui sono più legato non è un fotografo ma un pittore: il Caravaggio.

Cosa non è per te la fotografia ?

Non è scattare una foto con il dito. La fotografia deve avere cuore testa e passione.

Qual e` la sfida di ogni scatto?

Riuscire ad effettuare la foto “perfetta”. Essendo molto critico con me stesso, quando le riguardo vorrei sempre fare di meglio.

Che cos’e` la curiosità?

Non fermarsi alla rappresentazione reale degli oggetti ma cercare sempre una scena, una luce innovativa che possa esprimere la realtà, non rappresentarla meramente.

Chi o cosa ti piacerebbe fotografare ?

Le atlete delle olimpiadi! Non vorrei però fotografarle durante l’attività sportiva ma in studio cogliendone la loro intimità.

Qual e` il tuo prossimo progetto?

Ho nella testa un progetto personale che realizzerò a breve. Non voglio svelare troppe informazioni ma è un progetto “gold” e necessiterà di una figura femminile.

Quali tappe hai attraversato per diventare il fotografo che sei oggi?

Le prime esperienze come fotoamatore  fino alla maturità sono avvenute con l’analogico dove non solo ho scattato fotografie ma le ho sviluppate e stampate in camera oscura. Poi è avvenuto il passaggio in digitale e mi sono sempre aggiornato senza alcun rimpianto dell’analogico.

Che difficoltà hai incontrato lungo il tuo percorso?

Per stare al passo con i tempi, soprattutto con l’avvento del digitale, è necessario aggiornare l’attrezzatura e non sempre avviene a prezzi contenuti.

Quali esperienze decisive hai avuto nell’ambito fotografico?

La collaborazione artistica con una casa discografica indipendente di Milano.

Che cosa è necessario per poter cogliere l’attimo giusto?

L’attimo non deve essere colto ma deve essere creato.

Che rapporto cerchi di instaurare con le persone/soggetti che vuoi ritrarre?

Generalmente preferisco ritrarre figure femminili. Non basta una posa, è necessario fare la regia. Il fotografo deve trasformarsi in regista. Per ottenere un ottimo lavoro con la modella è obbligatorio instaurare una connessione cerebrale e far emergere la personalità e l’intimità per ottenere le espressioni volute nel volto e del corpo.

Cosa ha influenzato il tuo stile?

Come detto prima, le opere del Caravaggio, con le sue luci, le ombre influenzano la mia espressione artistica.

Quali sono i problemi che riscontri oggi nel fotografare?

Per me non ci sono problemi, l’importante è instaurare il feeling corretto con le persone. Per fare fotografia ci vuole pazienza, la fotografia artistica non si risolve in pochi minuti. Chi ha fretta vada a fare le fototessere.

Ci racconti un tuo aneddoto particolare o simpatico?

Ricordo che all’acquisto della mia prima reflex, sto parlando di diversi anni fa quando si utilizzavano ancora i rullini e gli stessi dovevano essere sganciati e riavvolti, ero talmente emozionato e preso dalla foga di vedere il mio primo rullino fotografico che ho aperto la macchina fotografica arrivato in fondo. Ho perso così le ultime fotografie! La luce, mia musa ispiratrice è stata assassina e per niente complice.

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