“Racconti Fotografici” Numero 149: intervista a Stefano Gazzarri

Bentornati a “Racconti Fotografici” eccoci alla 149° edizione , oggi intervistiamo il fotografo Stefano Gazzarri, buona lettura.

Ti puoi presentare per gli amici che ancora non ti conoscono ?

Sono Stefano Gazzarri, ho 59 anni e sono nato e cresciuto in Toscana. Vivo a Follonica, in provincia di Grosseto e sono fortemente convinto che la Maremma sia un patrimonio inestimabile per ogni fotografo.

 

Da piccolo cosa sognavi di fare?

Il mio sogno da piccolo era diventare un disegnatore oppure un pittore. In fin dei conti, si trattava di un modo di interpretare la realtà, proprio come la fotografia!

 

La prima foto che hai scattato?

Ricordo che la mia prima foto raffigurava un campo di papaveri e fu scattata con la mia vecchissima reflex a rullino.

 

Quali sono i fotografi a cui ti ispiri e perchè ?

Molti sono i fotografi a cui mi ispiro. Da tutti cerco di trarre insegnamento e carpirne la tecnica ed i segreti.

 

Cosa non è per te la fotografia ?

La fotografia per me è arte e, per questo, non dovrebbe essere finalizzata principalmente al lucro.

 

Qual e` la sfida di ogni scatto?

Parto dal presupposto che la fotografia è pura emozione. Per questo, a mio avviso, ogni scatto dovrebbe trasmettere all’osservatore le mie stesse sensazioni provate al momento dello scatto: profumi, colori, sguardi, luci, ombre, suoni e umori. Questa per

me è la sfida di ogni scatto.

 

Che cos’e` la curiosita`?

La curiosità è la capacità ed il coraggio di uscire dalla propria zona di comfort per abbracciare l’ignoto e sperare di cogliere con un click attimi irripetibili.

 

Chi o cosa ti piacerebbe fotografare ?

Vorrei fotografare persone appartenenti a contesti geografici e culturali distanti dai nostri.

 

Qual e` il tuo prossimo progetto? 

Un viaggio verso un paese esotico

 

Quali tappe hai attraversato per diventare il fotografo che sei oggi?

Tante prove, tanti esperimenti, molto impegno e amore per questo hobby.

 

Che difficoltà hai incontrato lungo il tuo percorso?

Nessuna difficoltà in particolare. Ho solo qualche rimpianto per aver perduto attimi che avrebbero potuto essere molto emozionanti a livello fotografico.

 

Quali esperienze decisive hai avuto nell’ambito fotografico?

Partecipare ad eventi dove ho fotografato momenti, paesaggi ed espressioni suggestivi che hanno ricevuto riconoscimento anche all’esterno.

 

Che cosa è necessario per poter cogliere l’attimo giusto? 

Capire il potenziale di un contesto ed instaurare con esso un rapporto empatico.

 

Che rapporto cerchi di instaurare con le persone/soggetti che vuoi ritrarre?

Anche alla luce di quanto detto sopra, ritengo che sia necessario entrare in sintonia con i soggetti delle mie fotografie, mettendoli così a proprio agio.

 

Cosa ha influenzato il tuo stile?

Le mie esperienze di vita e la volontà di ritornare alla lentezza per cogliere attimi che sfuggono alla vita frenetica di oggi.

 

Ci racconti un tuo aneddoto particolare o simpatico?

Durante il Battesimo di mio nipote mi sono accorto della fantastica atmosfera creata dal fumo dell’incenso che circondava tre prelati. Questi, assorti, ascoltavano l’omelia del Vescovo. Ho scattato una sola foto, per puro caso, quasi per finire la memoria. Si è

rivelata una delle immagini più suggestive che potessi immortalare.

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