“Racconti Fotografici” Numero 148: intervista a Gianni Castaldo

Bentornati a “Racconti Fotografici” eccoci alla 148° edizione , oggi intervistiamo il fotografo Gianni Castaldo, buona lettura.

Ti puoi presentare per gli amici che ancora non ti conoscono ?
Salve, mi chiamo Gianni Castaldo sono nato 55 anni fa in un paesino alle porte di Napoli, dove è nato Pulcinella, Acerra. La fotografia mi ha sempre affascinato, con l’era digitale questa passione è aumentata ancora di più. Complice la regione in cui vivo, ricca in ogni angolo di bellezze mozzafiato. Mi diverto a girovagare come un turista della mia città, ricca d’arte e di bellezze naturali, come lo spettacolo del suo golfo.

 

Da piccolo cosa sognavi di fare?
Quando si è piccoli si sognano tante cose, che poi pian piano cambiano o svaniscono. Sicuramente non sognavo di fare il fotografo.

 

La prima foto che hai scattato?
La prima foto l’ho scattata tanti anni fa. Ricordo di averla fatta con una Polaroid, una di quelle istantanee. La feci alla mia fidanzata, durante il matrimonio di mio cugino.

 

Quali sono i fotografi a cui ti ispiri e perché ?
Non mi ispiro a nessun fotografo in particolare, non ho un esempio da seguire. Mi lascio ispirare dalla natura e dallo spettacolo di colori che si creano in certe situazioni.

 

Cosa non è per te la fotografia ?
La fotografia sicuramente non è la semplice banalità del rappresentare un’immagine.

 

Qual e` la sfida di ogni scatto?
Trasmettere ed emozionare chi osserva la foto. Fornire emozioni, in ogni colore presente.

 

Che cos’è la curiosità?
La curiosità è un elemento importante nella fotografia. Solo attraverso la curiosità, puoi lasciarti attrarre dalla scena che si presenta, trasformando l’attimo in eterno.

 

Chi o cosa ti piacerebbe fotografare ?
Il mio sogno è fotografare l’aurora boreale.

 

Qual e` il tuo prossimo progetto?
Ho tanti progetti, uno è sicuramente la voglia di approfondire l’utilizzo delle tecniche di post produzione.

 

Quali tappe hai attraversato per diventare il fotografo che sei oggi?
Ho iniziato a fotografare tutto quello che mi circondava, soffermandomi sui paesaggi.

 

Che difficoltà hai incontrato lungo il tuo percorso?
Sono un’autodidatta, quello che faccio l’ho imparato da solo, con il poco tempo restante dal lavoro e dalla famiglia.

 

Quali esperienze decisive hai avuto nell’ambito fotografico?
Si diventa più esperti solo confrontandosi e conoscendo anche altri che hanno la tua stessa passione, soprattutto riconoscendo le proprie foto anche senza firme.

 

Che cosa è necessario per poter cogliere l’attimo giusto?
Prima di catturare l’attimo giusto faccio sempre un sopralluogo del posto. Alzando gli occhi al cielo cerco di capire il momento in cui ci sarà la luce migliore.

 

Che rapporto cerchi di instaurare con le persone/soggetti che vuoi ritrarre?
Non sono un ritrattista, non riesco a rispondere a tale domanda.

 

Cosa ha influenzato il tuo stile?
Non vorrei essere ripetitivo, ma sono stato molto influenzato dal luogo in cui vivo. La Campania ha paesaggi mozzafiato, che hanno catturato la mia attenzione, anche grazie alle tante foto che circolano sui social.

 

Quali sono i problemi che riscontri oggi nel fotografare ?
Non riscontro particolari problemi, gli unici sono dovuti alle condizioni atmosferiche sfavorevoli, che possono ostacolare i miei scatti.

 

Ci racconti un tuo aneddoto particolare o simpatico?
Era lo scorso anno, in una sera di dicembre, fotografavo il Castello di Limatola. Mi trovavo su un promontorio al buio e fotografavo il Castello illuminato dalle luci natalizie. Nell’oscurità arriva una macchina da cui scende un uomo con sua moglie. La donna anch’essa fotografa, mi guarda e mi chiama per nome. Non la conoscevo.
Poco dopo scopro che fa parte del mio stesso gruppo fotografico e mi aveva riconosciuto. Sono stato molto felice di aver conosciuto chi come me condivide questa passione.

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