“Racconti Fotografici” Numero 194: intervista a Gabriele Recanatini

Bentornati a “Racconti Fotografici” eccoci alla 194° edizione , oggi intervistiamo il fotografo Gabriele Recanatini, buona lettura.

Ciao a tutti, mi chiamo Gabriele Recanatini, ho 39 anni, abito in provincia di Pesaro e sono un fotoamatore autodidatta. Mi diverto a fotografare da ormai quasi dieci anni, adoro la fotografia a 360 gradi, ma il genere che mi affascina di più è quello paesaggistico, ultimamente però, anche per via del lock down che ci ha costretti in casa, ho approfondito una nuova tecnica che mi affascina tantissimo: quella del light painting.

 

La prima foto che hai scattato?

Sinceramente non ricordo quale sia stata, ma ricordo che da piccolo quando andavo in vacanza con i miei genitori mio padre aveva una macchina analogica e mi piaceva prenderla in mano e imitarlo, quindi direi che quelle sono state le mie prime foto: foto ricordo, foto familiari.

 

Quali sono i fotografi a cui ti ispiri e perché?

Non mi ispiro a fotografi famosi, più che altro sono affascinato e stimolato dai lavori di alcuni fotografi conosciuti sul web. Fra questi ve ne è uno in particolare che stimo tantissimo e che agli inizi mi ha aiutato molto con le sue dritte e i suoi consigli, si chiama Gaspare Silverii Lo seguo tuttora con grande ammirazione.

 

Cosa non è per te la fotografia?

Per me non è fotografia se quando scatti non provi alcuna emozione, se quel momento e quella situazione non ti trasmettono una reale profonda emozione.

 

Qual è la sfida di ogni scatto?

In ogni scatto io cerco sempre di dare il massimo nel trovare una buona composizione e una buona luce, soprattutto cerco di produrre scatti che anche successivamente, nel rivederli, possano emozionarmi, anche se non sono perfetti e magari hanno qualche difetto.

 

Che cos’è la curiosità?

La curiosità è importantissima, ti dà modo di imparare, migliorare e cercare sempre nuovi stimoli e ti aiuta a provare e studiare anche nuove tecniche, come è successo a me ultimamente con la tecnica del light painting che vorrei approfondire sempre di più.

 

Chi o cosa ti piacerebbe fotografare?

Il mio desiderio più grande è fotografare un lupo, un branco di lupi selvatici nel loro abitat sarebbe un sogno per me.

 

Qual è il tuo prossimo progetto?

Il mio nuovo progetto è quello nato durante la quarantena, per caso, per la voglia che avevo di fotografare. Non potendo uscire mi sono cimentato con una tecnica che non avevo mai provato, il light painting, e subito ha stimolato la mia curiosità. Il mio progetto è quello di migliorare questa tecnica e sperimentare scatti sempre nuovi con colori e modalità diverse.

 

Che difficoltà hai incontro lungo il tuo percorso?

Essendo un autodidatta le maggiori difficoltà le ho incontrate all’inizio, soprattutto incertezze nell’impostare bene la macchina in alcune situazioni. Una difficoltà che incontro ancora riguarda la post produzione. Che cosa è necessario per poter cogliere l’attimo giusto? Molta preparazione, pazienza e, non per essere banale, ma conta molto anche essere al posto giusto al momento giusto, in poche parole serve anche un pizzico di fortuna.

 

Cosa ha influenzato il tuo stile?

La volontà di sperimentare e di mettermi alla prova con gli scatti di fotografi che apprezzo particolarmente.

 

Quali sono le problematiche riscontrate oggi nel fotografare?

Oggi il problema più grande, tenendo conto che la fotografia ormai è per moltissimi, grazie anche ai moderni telefonini etc.…, è cercare di dare uno sguardo originale al soggetto, uno sguardo personale che possa trasmettere emozioni.

 

Ci racconti un tuo aneddoto particolare o simpatico?

La maggior parte delle volte quando mi sposto per fotografare sono solo, una sera per fotografare la Via Lattea mi sono ritrovato in un luogo sperduto di montagna ed essendo solo con un silenzio assordante attorno, ho deciso di non inoltrarmi e rimanere vicino all’auto. Mentre la macchina scattava io con la torcia illuminavo il più possibile attorno per non essere sorpreso da qualche animale selvatico, al termine dello scatto mi sono girato verso la macchina e nell’avvicinarmi ho sentito un rumore in mezzo all’erba, ho puntato la torcia e mi son ritrovato davanti due grandi occhi verdi (a causa della luce della torcia), ho preso il cavalletto in tutta fretta, l’ho caricato in macchina senza staccare la reflex e sono scappato….. alla fine di tutto ciò mi sono accorto che era solo un capriolo che attraversava la strada, forse svegliato dalla luce della mia torcia.

 

 

 

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