“Racconti Fotografici” Numero 218: intervista a Luciano Demasi

Bentornati a “Racconti Fotografici” eccoci alla 218° edizione , oggi intervistiamo il fotografo Luciano Demasi, buona lettura.

Ti puoi presentare per gli amici che ancora non ti conoscono ?

Sono Luciano Demasi, appassionato di Ingegneria Aerospaziale, fotografia, e natura (con particolare riferimento ai deserti)

Da piccolo cosa sognavi di fare?

Lo scienziato. Mi piaceva la ricerca. E lo ho fatto…

Quali sono i fotografi a cui ti ispiri e perché ?

Uno su tutti: Ansel Adams: fotografia, bellezza e natura erano contemporaneamente presenti nel suo lavoro.

Cosa è per te la fotografia ?

Passione, immaginazione, espressione della fantasia fino a viaggiare milioni di anni luce sul pianeta ELSTA IV e una delle sue lune: Delia

Qual e` la sfida di ogni scatto?

“Riconoscerlo”, in mezzo ad una infinita’ di scatti possibili, data una scena e le sue condizioni di luce. L’infrarosso poi e’ particolare: ancora prima dello scatto immagino come la luce infrarossa possa modificare quel che vedo; subito dopo immagino come processarlo. E’ una cosa che mi viene istintiva e quando cammino e guardo alberi, case e paesaggi, li “vedo” praticamente solo all’infrarosso. Questo poter vedere una scena con i miei occhi e con quelli dell’infrarosso e’ la cosa piu’ affascinante in assoluto

Chi o cosa ti piacerebbe fotografare ?

Gia’ fotografo quel che mi appassiona: i deserti.

Qual e` il tuo prossimo progetto?

Il mio e’ un progetto “fluido” in continua evoluzione. In questo periodo sto studiando i colori ma ancora non sono soddisfatto e forse mai lo saro’

Quali tappe hai attraversato per diventare il fotografo che sei oggi?

Ho intrapreso la fotografia all’infrarosso per una serie di casualita’ che cominciarono da una macchina fotografica distrutta dalle onde del mare…
I primi risultati furono disastrosi per via della mancanza di spiegazioni veramente esaustive che si possono trovare nelle pubblicazioni disponibili. Dunque decisi di ignorarle e di creare il mio processo tecnico e poi artistico di esecuzione. Tale approccio mi e’ costato molto studio ma mi ha dato anche la liberta’ vera di sperimentare. E ora sto cercando di evitare che altri abbiano i miei stessi problemi: ho creato una lista dettagliata di spiegazioni sul mio blog e ho scritto un libro sulla tecnica all’infrarosso per chi comincia (e altre pubblicazioni seguiranno)

Che difficoltà hai incontrato lungo il tuo percorso?

Il bilanciamento del bianco…Per poi scoprire che di fatto tutte le informazioni che si trovano sull’argomento sono quasi sempre inaccurate. Questo ha motivato a spiegare le cose sul mio blog, e vedo dagli accessi che la pagina e’ seguitissima. Ho anche trovato molto difficile trovare le giuste combinazioni di lenti, filtri etc. io sono molto, ma molto, esigente…

Quali esperienze decisive hai avuto nell’ambito fotografico?

Tantissime. Ho trovato il viaggio nella fotografia entusiasmante. La piu’ incredibile e’ essere stati nel bel mezzo di un terremoto fra le montagne della California e aver fotografato all’infrarosso le valanghe che si erano scatenate sui fianchi della montagna. Bellissimo e indimenticabile

Che cosa è necessario per poter cogliere l’attimo giusto?

Istinto. Non so come spiegarlo, ma quando vado in un posto e sono da solo, stabilisco una connessione ed e’ come se sapessi dove andare per trovare scene e paesaggi che mi colpiscono e che poi, puntualmente, colpiscono anche gli altri una volta realizzato il prodotto finito. In una “buona” giornata posso anche avere 500 foto che tranquillamente stamperei in formato gigante e su metallo.

Cosa ha influenzato il tuo stile?

La voglia continua di sperimentare sia in fase di scatto che di post processing. Ho provato molti filtri che mi hanno fatto capire cosa dovevo fare per ottenere quel che avevo in mente. E ho provato una quantita’ enorme di tecniche di postprocessing. Non ho mai cercato di imitare altri fotografi anche se bravissimi ed espertissimi: la mia filosofia e’ cercare di scoprire da me dove stanno i problemi. lo trovo molto piu’ divertente.

Quali sono i problemi che riscontri oggi nel fotografare ?

Nessuno. Qui a San Diego e piu’ in generale in California e’ un autentico paradiso per la fotografia.

Ci racconti un tuo aneddoto particolare o simpatico?

Di recente, questa estate sono stato, da solo, in posti estremamente remoti, dove non c’e’ nessuno nell’arco di chilometri. Ho bucato una gomma un giorno e ho rischiato di morire per ben due volte, dettagli omessi per brevita’…Sono qui a raccontate la storia in quanto rispetto i deserti e ho un protocollo di piani B, C che seguo scupolosamente. Con la natura non si scherza…

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