“Racconti Fotografici” Numero 39: intervista a Diego Marini

Cari Lettori, eccoci alla 39° edizione di “Racconti Fotografici”. Questa edizione è dedicata a Diego Marini, che ci racconta la sua fotografia attraverso parole e immagini. Buona Lettura

Ti puoi presentare per gli amici che ancora non ti conoscono ?

Ciao a tutti, sono Diego marini, nato a Cles (TN) nel 1986.

Mi sono sempre piaciute la natura e le montagne e così, un po’ per caso, ho cominciato a scattare delle fotografie. All’inizio mi accontentavo di una semplice compatta e di una qualità limitata, ma poi, pian piano, ho iniziato ad attrezzarmi con apparecchiature professionali. Questa mia passione è diventata un po’ alla volta una “malattia” e finalmente, da quest’anno, sono riuscito a trasformare questa splendida patologia nel mio lavoro”.


Da piccolo cosa sognavi di fare?

Fin da piccolo sono stato pieno di sogni (come tutt’oggi), alcuni si sono avverati ed altri potrebbero farlo in futuro, ma quello che più conta credo sia metterci sempre il cuore, la passione…


La prima foto che hai scattato?

Beh dovrei tornare molto indietro e sinceramente non mi ricordo il primo scatto, mi ricordo che quando ero un bambino mio papà aveva la passione della fotografia e riempiva di foto me e mio fratello, ho un vago ricordo di aver usato la sua macchina quindi immagino che il mio primo scatto è stato proprio grazie a lui ma parliamo di ben 20 anni fa..


Quali sono i fotografi a cui ti ispiri e perchè ?

Io credo che ogniuno di noi debba avere un proprio stile, mi piace leggere libri di fotografi del passato più o meno famosi, mi piace vedere i loro punti di vista, ma preferisco sperimentare con le mie mani, magari anche sbagliando, ma cercando di differenziarmi il più possibile dagli altri.


Cosa non è per te la fotografia ?

Per me la fotografia non è uno strumento di sfida, di gelosia, ma bensì un modo per condividere un qualcosa…

purtroppo al giorno d’oggi


Qual e` la sfida di ogni scatto?

L’emozione… secondo me uno scatto è riuscito se chi lo guarda si emoziona… quindi la sfida di ogni mio scatto è quella di far provare alla gente che guarda le mie fotografie quelle sensazioni che ho provato io mentre scattavo…


Che cos’e` la curiosita`?

Per me la curiosità è la continua ricerca di evoluzione, sia a livello tecnico sia a livello di ricerca di location nuove, nuovi punti di vista, aspettando magari di fotografare quella situazione unica che solo andando in giro a “curiosare” puoi trovare…


Chi o cosa ti piacerebbe fotografare ?

Uno dei miei sogni è quello di fotografare l’aurora boreale.


Qual e` il tuo prossimo progetto?

Ho tanti progetti in testa, sono sempre pieno di idee, ho appena concluso un grosso progetto, la realizzazione di un calendario sulla mia valle (Val di Non) e sto già lavorando a quello per il 2018, poi sto pensando alla realizzazione di un libro fotografico, ma sarà un progetto bello lungo….


Quali tappe hai attraversato per diventare il fotografo che sei oggi?

Ho iniziato a fotografare un po’ per caso, informandomi su internet, leggendo libri, pian piano la passione è aumentata tantissimo, da circa un anno sono diventato fotografo uffiale “Clickalps” e da gennaio 2016 sono diventato fotografo professionista.


Che difficoltà hai incontrato lungo il tuo percorso?

Difficoltà serie nessuna, spesso, specie all’inizio, mi demoralizzavo quando vedevo che i risultati non erano quello che cercavo, ma col tempo ho imparato che questo non doveva essere un qualcosa che mi demoralizzava, ma bensì un qualcosa che mi spronava a riprovare, a migliorarmi continuamente…


Quali esperienze decisive hai avuto nell’ambito fotografico?

Ho avuto molte esperienze fotografiche, più o meno importanti, ma la più importante è senza dubbio essere diventato fotografo uffiale “Clickalps” , una prestigiosa agenzia formata da fotografi di tutta Italia con una propria”school”che, a livello nazionale, organizza”workshop”di due giorni e veri e propri viaggi alla ricerca della foto più intensa, più vera, più emozionante”.


Che cosa è necessario per poter cogliere l’attimo giusto?

Tanta pazienza, bisogna continuare a girare, aspettando il momento giusto, tante volte torno a casa con zero foto, ma non bisogna rassegnarsi, bisogna continuare a sperare, sognare e provarci, la natura ripaga sempre i tuoi sacrifici….


Che rapporto cerchi di instaurare con le persone/soggetti che vuoi ritrarre?

Di amicizia, quando faccio servizi a persone, matrimoni, cerco sempre di diventare amico, credo che solo facendo così si riescano ad avere buoni risultati….


Cosa ha influenzato il tuo stile?

Penso che l’influenza maggiore sia stata la natura…

ho sempre amato la natura e le montagne, e tutt’oggi la cosa che amo maggiormente fotografare è proprio la montagna


Quali sono i problemi che riscontri oggi nel fotografare ?

Credo che forse l’unico problema oggi nel fotografare sia riuscire a trovare qualcosa di diverso, ormai la fotografia è molto gettonata e le foto che si vedono su internet sono quasi sempre le stesse, stesse location, bisogna cercare sempre nuove inquadrature, ma forse più che un problema è un imput nel cercare qualcosa di nuovo…


Ci racconti un tuo aneddoto particolare o simpatico?

Risale a qualche anno fa, ero in un prato di montagna a fotografare palle di fieno in notturna, ad un certo punto ho sentito dietro di me degli animali che respiravano e mi sono spaventato, poi girandomi e accendendo la luce del frontalino mi sono trovato dietro di me una decina di pecore messe in fila che mi guardavano incuriosite…

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