“Racconti Fotografici” Numero 77: intervista a Nicola Chinellato

Bentornati a “Racconti Fotografici” eccoci alla 77° edizione , oggi intervistiamo il fotografo Nicola Chinellato, buona lettura.

Ti puoi presentare per gli amici che ancora non ti conoscono ? Mi chiamo Nicola Chinellato, ho 41 anni e vivo vicino a Venezia. Ho iniziato a fotografare la strada, i murales e le persone nella propria quotidianita’. Da qualche anno fotografo principalmente paesaggi.

Da piccolo cosa sognavi di fare? L’Archeologo..

La prima foto che hai scattato? Una delle prime foto che ricordo di aver fatto e’ stata ad un gatto, in Croazia. Ho una stampa 45 x 30 di questa foto appesa in soggiorno..

Quali sono i fotografi a cui ti ispiri e perchè ? Ho amato alla follia Henri Cartier Bresson

Cosa non è per te la fotografia ? Ti posso dire cos’é…. Sorrisi, Solitudini, Fatica, Impegno, Luce e Amicizia…

Che cos’e` la curiosita`? E’ uno stile di vita, nel mio caso e’ la vita stessa..

Chi o cosa ti piacerebbe fotografare ? Ora come ora sogno di fotografare il Grand Canyon e Il Giappone durante la fioritura dei ciliegi.

Qual e` il tuo prossimo progetto? Il progetto a cui sto lavorando, e’ quello di documentare fotograficamente il Cammino di Santiago di Compostela, che ho fatto e che vorrei rifare ma da spettatore, cercando la vera essenza del cammino, nei volti e nei luoghi che tanto ho amato.

Quali tappe hai attraversato per diventare il fotografo che sei oggi? Presumo quelle che attraversano tutti i fotografi..

Che difficoltà hai incontrato lungo il tuo percorso? Passando da fotografo di strada a paesaggista cambiano molte cose, dal vestiario alla preparazione fisica, si passa dal fotografare passeggiando al farsi delle camminate con tenda e sacco a pelo sulle spalle per ore e ore.. I paesaggi migliori per ovvie ragioni sono in luoghi remoti e con poco inquinamento luminoso e umano..
Direi che questa e’ stata la difficolta’ maggiore.

Quali esperienze decisive hai avuto nell’ambito fotografico? Ho conosciuto delle persone che mi hanno spronato ad andare avanti, anche quando non vedevo risultati.. E questo, nel mio caso, e’ stato fondamentale.

Che cosa è necessario per poter cogliere l’attimo giusto? Ci vuole pratica ed esperienza, ma soprattutto bisogna conoscere l’attrezzatura che si sta usando. Sembra banale, ma ho visto persone perdere momenti unici per la non conoscenza della propria attrezzatura.

Cosa ha influenzato il tuo stile? Cerco di non avere influenze, mi piace esaltare la bellezza di cio’ che vedo, senza stravolgerne mai l’essenza stessa.

Ci racconti un tuo aneddoto particolare o simpatico? Porto sempre con me nelle uscite dei biscotti… Da piccolo, quando viaggiavo con il nonno, arrivati alla meta me ne offriva sempre. Ora, alla soglia dei 41, alla fine della sessione fotografica, o quando mi sento soddisfatto degli scatti, mi prendo cinque minuti, guardo il cielo e mangio un biscotto.

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