“Racconti Fotografici” Numero 98: intervista ad Alessio Coluccio

Bentornati a “Racconti Fotografici” eccoci alla 98° edizione , oggi intervistiamo il fotografo professionista Alessio Coluccio, buona lettura.

Ti puoi presentare per gli amici che ancora non ti conoscono ?

Ciao, il mio nome è Alessio Coluccio, sono un fotografo professionista ma prima di tutto un appassionato di fotografia. Tutto ebbe inizio alla fine degli anni ’90. Epoca in cui è nata la mia passione per questa arte, cresciuta sempre più con l’avvento del digitale. Col tempo la mia voglia di approfondire questo mondo e i concetti tecnici della Fotografia è cresciuta in modo vigoroso. Come spesso accade i miei primi lavori sono stati rivolti al paesaggio che tutt’oggi mi affascina molto, ho cercato negli anni di sviluppare una mia personale visione anche se non è semplice catturare qualcosa di diverso da ciò che tutti possono osservare. La mia curiosità mi ha portato però a tentare di immortalare qualsiasi cosa di molti altri generi, dallo sport alla danza a teatro, sfilate di moda, cerimonie di ogni tipo fino allo studio fotografico. Organizzo inoltre corsi di fotografia base e avanzati.

 

Da piccolo cosa sognavi di fare? 

Informatica, un sogno che non è stato realizzato ne a livello formativo ne professionale come spesso accade. Pazienza, anche se al giorno d’oggi l’informatica governa il mondo e abbiamo a che fare con essa tutti i giorni a tutte le ore, quindi un po’ me la godo lo stesso.

 

La prima foto che hai scattato? 

Una fotografia in spiaggia in una vacanza estiva, con una Pentax a pellicola. Credo di aver bruciato il 90% di quel rullino, forse non avevo ben chiaro come funzionava quella strana lancetta che vedevo nel mirino ??

 

Quali sono i fotografi a cui ti ispiri e perchè ? 

Onestamente nessuno in particolare, però ho sempre apprezzato Henri Cartier-Bresson principalmente per la sua filosofia “occhio, cuore, testa” a tal punto che mi sono stampato la sua citazione completa sul muro del mio studio, mi rappresenta molto è proprio quello che cerco nelle mie fotografie e vorrei trasmettere a tutti i corsisti che seguono le mie lezioni.

 

Cosa non è per te la fotografia ? 

Non è sicuramente il punta e scatta del terzo millennio. Fotografia è Arte, consente di comunicare, trasmettere emozioni e sensazioni con una sola immagine, scrive la storia, anche la nostra, è difficilissimo ma per questo sempre stimolante. Al giorno d’oggi tutti abbiamo in mano un mezzo in grado di fare una fotografia, ma nulla ha a che fare con LA FOTOGRAFIA. Recentemente Sebastian Salgado ha risposto proprio a una domanda simile e il suo pensiero lo condivido in pieno: Chi fa una fotografia con il telefonino altro non fa che trasformare le immagini in un linguaggio, non c’entra niente con la fotografia. Aggiungo io: oggi chi compra un paio di scarpe fa la foto e la invia su Facebook, Whatsapp ecc.. magari senza nemmeno aggiungere una parola. Esattamente quello che avrebbe fatto ma in altro modo tanti anni fa quando non esistevano questi mezzi di comunicazione evoluti, lo avrebbe fatto scrivendo un messaggio oppure al telefono oppure ancora semplicemente comunicando di persona con coloro a cui voleva condividere la sua gioia. Per questo si parla di linguaggio, è cambiato il modo di comunicare. Fotografia è ben altro…

 

Qual e` la sfida di ogni scatto? 

E’ il mio motto: Vedere oltre i propri orizzonti, immortalare istanti, emozioni e sensazioni che i nostri occhi… distratti… non possono ammirare.

 

Che cos’e` la curiosita`? 

E’ la ricerca costante di qualcosa di nuovo che ci porti oltre… altrimenti rimarremmo sempre al palo come accade, purtroppo, per tanti fotografi adagiati alle loro realtà, senza nuovi stimoli. In fotografia la ricerca anche creativa della novità è alla base del successo, almeno per quanto mi riguarda. E’ vero che ormai difficilmente si inventa qualcosa di nuovo, ma per portare un esempio: Possiamo fotografare tutti una donna in gravidanza, non tutti  allo stesso modo, ben pochi sapranno trasmettere qualcosa di veramente bello ed emozionante a prima vista. Questi risultati possono arrivare anche grazie alla curiosità verso il nuovo, diverso, creativo…

 

Chi o cosa ti piacerebbe fotografare ? 

Mi piacciono tutti i generi, cerco di sperimentare sempre a volte con buoni risultati a volte meno. Amo molto il paesaggio, anche se è solo per hobby. Credo sia difficilissimo emozionare con una fotografia di paesaggio proprio perché manca l’elemento umano, credo anche sia facilissimo cadere nella banalità in un paesaggio, è sempre una nuova sfida da vincere.

 

Qual e` il tuo prossimo progetto? 

Una mostra sui laghi del nord dove vivo. Vorrei condividere questa futura mostra con i miei ex-corsisti che potranno esporre le loro fotografie. Prima o poi il progetto andrà in porto ci vuole solo un po’ di tempo da dedicargli, ed è sempre poco.

 

Quali tappe hai attraversato per diventare il fotografo che sei oggi? 

Per oltre 15 anni l’ho fatto solo come hobby, ho aperto la P.IVA da meno di 2 anni nel momento in cui le amministrazioni comunali mi hanno contattato per svolgere dei corsi di fotografia, a quel punto ho deciso di fare il grande passo anche se per me è un secondo lavoro avendo già una mia attività nel campo tessile dove portiamo avanti con la famiglia la nostra azienda nata quasi 40 anni fa. Dopo l’apertura dell’attività come fotografo ho potuto dedicarmi anche alle cerimonie e altri servizi.

 

Che difficoltà hai incontrato lungo il tuo percorso? 

A livello professionale sicuramente la concorrenza sleale che poi spesso da risultati nemmeno apprezzabili. Spesso i clienti non comprendono il lavoro del fotografo professionista e credono che per 2/3 ore di servizio siano sufficienti pochi euro di ingaggio, come succede con chi lo fa per hobby e si lancia anche nei servizi cerimoniali per arrotondare. Purtroppo la realtà è ben diversa, non si considera l’enorme investimento che fa un fotografo in attrezzatura adeguata e affidabile (decine di migliaia di euro), non si considera il tempo dedicato successivamente allo sviluppo digitale e/o progettazione dell’album, non si considera il costo di gestione annuale di una P.IVA senza considerare eventuali dipendenti o il mantenimento di un negozio (non è il mio caso), ecc… Purtroppo non si considera nemmeno il lato creativo che può apportare un bravo fotografo e che dovrebbe essere ricompensato. Ma è una questione ormai risaputa da tutti, bisogna solo affrontarla con pazienza e sperare che il cliente capisca.

 

Quali esperienze decisive hai avuto nell’ambito fotografico? 

In particolare nelle cerimonie ho avuto la fortuna di poter partecipare a tanti matrimoni, comunioni ed eventi simili di miei parenti, dopo tanti anni e tanti errori l’esperienza è aumentata tantissimo fino a darmi delle certezze una volta inesistenti, ancora oggi mi aiutano tanto in determinate situazioni. Altre decisive esperienze le ho acquisite con alcuni workshop e corsi privati avanzati per specifici generi. Sicuramente lo studio è una parte fondamentale in fotografia.

 

Che cosa è necessario per poter cogliere l’attimo giusto?

Credo sia qualcosa di innato, se non si ha questa attitudine non credo sia possibile acquisirla o almeno non in modo significativo da poter fare un vero salto in avanti. Ho potuto verificare io stesso con tanti miei corsisti questa cosa, tanti pur avendo nozioni importanti non riescono a tirare fuori quel qualcosa di particolare che sarebbe tanto sperato. Altri invece senza nemmeno ancora aver terminato il loro percorso di studio sono stati in grado di portarsi a casa grandi scatti, emozionali e comunicativi proprio perché hanno colto l’attimo, magari con degli errori ma… chissenefrega.

 

Che rapporto cerchi di instaurare con le persone/soggetti che vuoi ritrarre? 

Cerco di metterli subito a loro agio, è fondamentale altrimenti nessuna fotografia sarà di alto livello senza un soggetto “pronto” ad essere immortalato per sempre.

 

Cosa ha influenzato il tuo stile? 

Lo stile è difficile da acquisire, è un lungo percorso che ci permette di firmare le nostre opere senza apporre una reale firma testuale su di esse. Spesso mi sono sentito dire “ho riconosciuto la tua fotografia al volo scorrendo le pagine, sono tornato indietro ed effettivamente leggendo l’autore era la tua !”. Questo è il massimo a cui posso aspirare, distinguermi dalla massa, anche in un banale paesaggio. In tanti anni ho visto migliaia di fotografie oggi disponibili in rete, anche nei gruppi o forum. Sin dall’inizio ho sempre selezionato mentalmente le fotografie che più apprezzavo (io, non gli altri !!!), magari senza capirne il motivo. Col tempo, anni, ho imparato a capire me stesso guardando le foto degli altri, ho compreso cosa e perché mi piaceva una determinata fotografia rispetto all’altra e da li ho iniziato a ricercare anche nei miei scatti queste caratteristiche, in qualsiasi genere fotografico. E’ un percorso interiore molto lungo, non bisogna avere fretta e mai mollare.

 

Quali sono i problemi che riscontri oggi nel fotografare ? 

Grossi problemi direi di no, forse il primo obiettivo è sempre la ricerca di uno scatto non banale, se ciò non è possibile magari per mie colpe, mancanza di ispirazione o altro, allora per me è un grosso problema.

 

Ci racconti un tuo aneddoto particolare o simpatico?

“Che bella foto!!! Cavolo con quella macchina però… ma quanto costa? Mi consigli un modello adeguato per fare queste foto?”    Vabbè, è un classico no? ??

 

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