“Racconti Fotografici” Numero 248: intervista a Nicola Velluso

Bentornati a “Racconti Fotografici” eccoci alla 248° edizione , oggi intervistiamo il fotografo Nicola Velluso, buona lettura.

Ti puoi presentare per gli amici che ancora non ti conoscono ?

Un saluto a tutti, sono Nico, ho 70 anni e vivo a Bari da sempre.

Da piccolo cosa sognavi di fare?

Non ricordo nemmeno di essere stato piccolo…

La prima foto che hai scattato?

La prima sicuramente in famiglia con una Kodak Instamatic, primi anni ’60.

Quali sono i fotografi a cui ti ispiri e perché ?

“Ispirazione” forse sottintende un risultato migliore di quelli che ottengo. Sono molti, però, i fotografi che ammiro, con una predilezione per Berengo Gardin. Sono convinto che il reportage sia oggi l’unica ragione di esistere della fotografia.

Cosa non è per te la fotografia ?

Non dovrebbe essere volgarità. Ma la facilità d’uso del digitale  e degli smartphone hanno abbassato la soglia del comune senso del ridicolo.

Qual e` la sfida di ogni scatto?

Interpretare la scena ripresa rendendola personale.

 

Chi o cosa ti piacerebbe fotografare ?

Dopo anni di paesaggi, elaborazioni, camera oscura vorrei fotografare solo la vita vera, ma ho difficoltà di approccio con i miei contemporanei. In pratica: sono molto rispettoso della privacy altrui.

Qual e` il tuo prossimo progetto?

Da anni inseguo un solo progetto: riportare in immagini le sensazioni che mi suscita la grande musica rock. Continuo ancora ad inseguirlo ma ormai mi manca il fiato…

 

Che cosa è necessario per poter cogliere l’attimo giusto?

La luce giusta.

Ci racconti un tuo aneddoto particolare o simpatico?

Anni fa ero intento a fotografare un frutteto quando il  proprietario s’avvicinò minacciosamente con un bastone e…. dopo un quarto d’ora di chiacchere sul senso dell’agricoltura, mi caricava l’auto di frutta fresca. Forse è stata questa la più grande soddisfazione che ho ottenuto dalla mia passione.

 

 

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