“Racconti Fotografici” Numero 293: intervista a Mario Ecora

Bentornati a “Racconti Fotografici” . Eccoci alla 293° edizione: oggi intervistiamo il fotografo Mario Ecora, buona lettura.

Ti puoi presentare per gli amici che ancora non ti conoscono ?

Ciao, mi chiamo Mario Ecora, ho 49 anni e vivo a Roma da sempre, vorrei subito precisare che non mi sento un fotografo, sono un autodidatta e cerco di migliorare sempre di più, mi piace fotografare di tutto, paesaggi, ritratti, ovviamente la mia città,  ma il genere che più mi rappresenta e’ la fotografia di architettura.

Da piccolo cosa sognavi di fare?

Tutto e niente!!!

La prima foto che hai scattato?

Difficile ricordare…ho questa passione da tantissimi anni!!!

Quali sono i fotografi a cui ti ispiri e perché ?

Per quanto riguarda il mio genere di fotografia, non c’è un fotografo nello specifico, diciamo che ammiro molto Franco Fontana, mi piace molto il suo modo di pensare e di approcciarsi alla fotografia.

Cosa non è per te la fotografia ?

La fotografia non è…pensare di essere un grande fotografo.

Qual e` la sfida di ogni scatto?

Riuscire a non fare il solito scatto

Che cos’è la curiosità?

Nel mio caso, è arrivare sul posto e camminare in continuazione fino a trovare il punto giusto, ma anche studiare nuove tecniche di ripresa ed elaborazione.

Chi o cosa ti piacerebbe fotografare ?

Bella domanda! Amando la fotografia di architettura contemporanea, sarebbe un sogno poter fotografare il centro culturale Heydar Aliyev in Azerbaijan della grandissima Archistar Zaha Hadid, pero’ mi accontento anche di poter fotografare la stazione dell’alta velocità di Afragola!!!

Qual e` il tuo prossimo progetto?

Non ho un “ prossimo progetto” ma una linea fotografica da portare avanti, associare la fotografia di architettura ad una “ fotografia di architettura visionaria”

 

Quali tappe hai attraversato per diventare il fotografo che sei oggi?

Come dicevo prima non sono un fotografo, ma sono sempre in corsa per migliorare il mio stile e chissà se un giorno potrò dire di esserlo!

 

Che difficoltà hai incontrato lungo il tuo percorso?

Difficolta’ nessuna, ma essendo per me solo un divertimento, mi e’ capitato di trovarmi in posti che suscitavano grande curiosità, ma non avendo la macchina fotografica con me ho dovuto abbassarmi a fotografare col cellulare…che tristezza…

Quali esperienze decisive hai avuto nell’ambito fotografico?

Un esperienza unica nel suo genere e che sicuramente mi ha suscitato molta emozione è stato quando fui contattato da un docente di architettura e mi chiese di presenziare durante una sua lezione, di spiegare il modo in cui mi approcciavo alla fotografia di architettura e in che modo sceglievo il punto di ripresa fino all’ elaborazione finale.

Che cosa è necessario per poter cogliere l’attimo giusto?

Sicuramente l’attesa e non tentennare a scattare, perché il non aver scattato può diventare un pentimento!

Che rapporto cerchi di instaurare con le persone/soggetti che vuoi ritrarre?

Il mio e’ un rapporto fatto di sopralluoghi, torno più volte sul luogo che mi interessa, e ogni volta scopro “ angoli diversi “

Cosa ha influenzato il tuo stile?

Probabilmente molto e’ dato dal mio “essere” pignolo e preciso, vedo linee e curve perfette nei palazzi che incontro, vedo nelle nuove strutture, la perfezione della materia, oserei dire una materia viva, una materia che certe volte viene rappresentata prendendo spunto dalla natura, le forme, il movimento…

Quali sono i problemi che riscontri oggi nel fotografare ?

Nel mio caso le difficoltà sono fisiche, nel senso che quando mi avvicino a strutture o palazzi  istituzionali o non, vengo subito invitato ad allontanarmi, mi è capitato molte volte purtroppo…

 

Ci racconti un tuo aneddoto particolare o simpatico?

Un aneddoto di grande effetto per me!!! dopo mesi di ricerche per poter entrare lecitamente all’interno della Vela di Calatrava, la famosa “ incompiuta “ città dello sport di Tor Vergata, ebbi una risposta da parte di una persona che dopo essersi accertata della mia buona fede nel fare foto a livello di pura passione e non per speculare sulla solita notizia degli sprechi, mi diede l’autorizzazione, fui accompagnato all’interno della stessa Vela, fino al piano più alto e mi fu spiegato anche il progetto molto futuristico…una volta lasciato solo alzai lo sguardo e mi accorsi della grandiosità di quella struttura metallica che girava a spirale facendomi girare la testa…la fotografai in lungo e in largo, ero contento come un bambino al parco giochi!!!

Link Personali

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