“Racconti Fotografici” Numero 79: intervista a Gabriele Calò

Bentornati a “Racconti Fotografici” eccoci alla 79° edizione , oggi intervistiamo il fotografo Gabriele Calò, buona lettura.

Ti puoi presentare per gli amici che non ti conoscono?

Sono Gabriele Calò, ho 19 anni;  sono nato a Lecce ma vivo a Melendugno. Studio scienze biologiche all’Università del Salento. Fin dalla nascita ho instaurato un legame particolare con la mia terra, il Salento, con il suo mare, gli ulivi, la sua buona tavola e le sue svariate tradizioni. Da ciò è cominciata la mia passione per la fotografia; ho comprato la mia prima reflex nel 2013, e da quel giorno è diventata la mia “compagna di viaggio”.

 

Da piccolo cosa sognavi di fare?

Non ho mai avuto un sogno preciso, anche se mi è sempre piaciuto viaggiare, scoprire, andare all’avventura.

 

La prima foto che hai scattato?

Non ricordo quando, ma sicuramente è stato al mare, con una piccola macchinetta digitale.

 

Quali sono i fotografi a cui ti ispiri e perché?

Ammiro le fotografie di Andrea Morgante, che raccontano il Salento in ogni angolo, con le sue mille sfaccettature, i suoi aneddoti. Ma soprattutto molto significative sono le fotografie del compianto Giuseppe Palumbo (il fotografo in bicicletta), realizzate tra il 1907 e il 1959; egli racconta un Salento arcaico, selvaggio, incontaminato.

 

Che cosa non è per te la fotografia?

La fotografia non è un qualcosa di “programmato”, ma deve essere spontaneità, deve poter raccontare e far riflettere, deve essere oggetto di critiche; insomma la fotografia è una forma d’arte, e come tutte le arti deve essere passione (e non una passione forzata).

 

Qual è la sfida di ogni scatto?

Fotografare un paesaggio o un soggetto è già una bella sfida, certo questa sfida bisogna personalizzarla; bisogna cogliere l’attimo e rendere una semplice foto diversa da tutte le altre, senza sentire “questa foto l’ho già vista”.

 

Che cos’è la curiosità?

La curiosità è tutto ciò che il fotografo deve avere per rendere bella una fotografia, bisogna conoscere ciò che si sta fotografando, magari approfondendo attraverso il web o attraverso libri; bisogna ampliare la propria cultura e il proprio sapere.

 

Chi o cosa ti piacerebbe fotografare?

Il mio soggetto preferito è senza ombra di dubbio il mare, come si presenta: in tempesta, con le sue acque cristalline, con una nuvola all’orizzonte, con la luna che si riflette, con il sole che sorge dai monti albanesi, oppure con un tramonto rosso-fuoco. Ma non voglio tralasciare le numerose tradizioni salentine, le feste patronali con le maestose luminarie, la pizzica, gli ulivi secolari, le antiche masserie, le fòcare che scaldano le lunghe notti invernali, i borghi antichi.

 

Qual è il tuo prossimo progetto?

Il mio prossimo progetto è andare oltre i confini del Salento e della Puglia; mi piacerebbe visitare i paesi dell’Africa settentrionale (Marocco, Tunisia) e l’Israele, con le sue maestose moschee, le bellissime medine, i mille colori dei negozi di tappeti; e poi Cuba con la sua capitale L’Avana.

 

Che difficoltà hai incontrato lungo il tuo percorso?

Le difficoltà penso che le abbiamo incontrate e le incontriamo ancora un po’ tutti: luci, colori, tempi … Perciò bisogna approfondire, capire e scoprire per correggere le piccole défaillance.

 

Quali esperienze decisive hai avuto nell’ambito fotografico?

Ho cominciato a partecipare a vari concorsi sul mare e sul Salento, e spesso mi sono classificato nelle prime posizioni vincendo anche premi. Ho partecipato anche a due mostre fotografiche, e lì ho avuto modo di confrontarmi con tantissimi fotografi.

 

Che cosa è necessario per poter cogliere l’attimo giusto?

Certamente ci vuole molta pazienza e tranquillità, ma soprattutto attenzione.  Non bisogna scoraggiarsi se qualcosa va male, perché può capitare a tutti. Ci vuole anche tempo: il tempo di aspettare un tramonto o un’alba, il tempo che sorga la luna, il tempo di assistere a un determinato evento.

 

Cosa ha influenzato il tuo stile?

Il Salento influenza un po’ tutto, quindi anche la fotografia: il sole, il mare, il clima e tutto questo magnifico stile di vita che sorprende chiunque.

 

Ci racconti un tuo aneddoto particolare o simpatico?

Di episodi particolari ce ne sono stati tanti, ma uno non lo scorderò mai. Ero a Gallipoli, una domenica di fine ottobre, per fotografare il tramonto. Abitando sull’altro versante (adriatico), di solito fotografo albe, quindi a Gallipoli ci vado poco.  Ma subito dopo il tramonto, una luce cominciò a diffondersi nel cielo, un cielo che diventò di un rosso particolare (io sinceramente tramonti così non ne avevo mai visti prima). I social si scatenarono in una “caccia al tramonto più bello”; ne parlarono anche in tv, era stato un tramonto particolare, diverso da tutti gli altri. Da quel tramonto sono uscite foto uniche, straordinarie … quando si dice nel posto giusto al momento giusto !!!

 

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